Matteo Messina Denaro, il superlatitante arrestato ieri dopo trent’anni di ricerche, avrebbe assistito a una partita storica del Palermo. Palermo-Sampdoria, nel 2010: scontro diretto alla penultima giornata di campionato per guadagnarsi l’accesso alla Champions League.
Raffaele Cantone, Procuratore della Repubblica a Perugia, è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPLAY proprio per parlare di Matteo Messina Denaro e dei legami fra calcio e criminalità organizzata.
Secondo il Procuratore della Repubblica, l’arresto del superlatitante è un evento fondamentale per la storia italiana. “Perché è la prova che alla fine nessuno vince le battaglie contro lo stato definitivamente“, spiega Cantone. “Può vincere le singole battaglie ma non la guerra. Nessuno può restare latitante tutta la vita. Sotto questo profilo credo sia un risultato importantissimo anche per l’immagine del paese e un messaggio che non ci sono luoghi di impunità assoluta”.
Subito dopo Cantone ha commentato la notizia riportata già molti anni fa da La Repubblica secondo cui Matteo Messina Denaro potesse avere accesso allo stadio di Palermo, e posizionarsi dietro la porta, per assistere da posizione privilegiata al match. Il procuratore ammette che esistono ancora forti legami fra criminalità organizzata e calcio.
“I mafiosi sono ancora presenti nel calcio. Però in quest’ultima fase la loro presenza è stata molto meno visibile, quantomeno per quanto riguarda le mafie tradizionali. La criminalità organizzata comunque c’è, nelle curve, quando controllano attività illegali o quando riescono a controllare certe fette di tifosi“.
Il Procuratore ha spiegato di aver assistito con particolare sgomento al comportamento della curva dell’Inter quando gli ultras hanno mandato via i tifosi per commemorare un soggetto ammazzato in quella che è stata un’esecuzione mafiosa.
Legami criminalità organizzata e calcio: il parere di Raffaele Cantone sull’arresto di Matteo Messina Denaro
“Permangono quindi certi legami incestuosi tra tifosi e criminalità organizzata“, commenta l’ospite di calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPLAY. “Penso anche a certi striscioni che inneggiano a personaggi ammazzati legati alla criminalità organizzata notori, vengono esposti sistematicamente ogni domenica”.
Riguardo poi alle voci secondo cui Messina Denaro sia stato arrestato solo perché scaricato dalla mafia, Cantone si è detto stanco di ascoltare simili narrazioni. “Mi sono un po’ stancato di queste dietrologie che nascono sempre. In questo Paese non si può ottenere un risultato che c’è sempre poi qualche pensiero dietrologico. C’è un importante latitante assicurato alla giustizia, il resto sono chiacchiere da bar”.
Infine un commento sulla questione dell’inchiesta che ha sconvolto il mondo Juve: “Viene fuori un quadro di ipocrisia. Questa storia delle plusvalenze è una cosa che tutti sanno e tutti fanno finta di non sapere”.
Conclude il Procuratore: “C’è bisogno di regole rigorose, ma bisogna poi farle rispettare. Le plusvalenze drogano dal punto di vista economico i bilanci e quindi la possibilità di spendere. Quindi indirettamente possono incidere sui risultati sportivi, la cosa grave è che questi sono meccanismi molto diffusi a prescindere dalle indagini giudiziari, ad oggi non si sono trovati i meccanismi contabili corretti per evitare abusi di questo tipo”.