Sinner, incontro galeotto in Australia: il conto alla rovescia è già ufficialmente partito ed è solo questione di giorni.
Sarà l’edizione più attesa di sempre e per un motivo ben preciso. A quattro anni di distanza dall’ultima edizione, il Kooyong Classic si appresta a fare il suo ritorno e l’entusiasmo, come facilmente intuibile, è alle stelle.
Il torneo esibizione, che non è ufficiale ma che è tutti gli effetti un evento di preparazione agli Australian Open, si avvarrà quest’anno di un parterre di ospiti davvero notevole. Ci saranno diversi tra i nomi più grossi del circuito, pronti a darsele di santa ragione in attesa che lo Slam entri nel vivo. Il format non è più quello originale. Dal 1988, anno in cui è stato organizzato per la prima volta, ad oggi, di modifiche ne sono state apportate a bizzeffe.
Adesso il main draw si compone di otto giocatori che si affronteranno, secondo un calendario ben preciso, in tre giorni di partite. Si inizia direttamente dai quarti di finale, ma la cosa interessante è che il Kooyong Classic prevede anche un tabellone, per così dire, di “consolazione”. Un sistema, questo, che serve a definire la classifica finale dell’evento, cosa che invece non è prevista nell’ambito dei tornei ufficiali della stagione tennistica.
Ma chi saranno, allora, i protagonisti di questa attesissima edizione del torneo di esibizione che precede l’Australian Open?
Iniziamo col dire che tra gli atleti che hanno risposto all’appello ci sono Alex de Minaur, Taylor Fritz, Andy Murray, Marin Cilic, Grigor Dimitrov, Borna Coric, Frances Tiafoe e Yoshihito Nishioka. Ma ci saranno anche, a garantire l’esclusività del Kooyong Classic, due ragazzi di grande talento che secondo le previsioni saranno i protagonisti della rivalità più accesa dei prossimi anni. Parliamo di Jannik Sinner, l’azzurro di San Candido, e di Carlos Alcaraz, il fenomeno iberico che ha conquistato la vetta del ranking Atp e che cercherà, nei mesi a venire, di difendere il suo trono.
Melbourne potrebbe essere, dunque, teatro della “vendetta” dell’altoatesino, ancora scottato dall’epilogo dello Us Open. Carlos, a New York, riuscì a soffiargli la vittoria da sotto il naso, al culmine di un match semplicemente pirotecnico che si protrasse per oltre cinque ore. Una gara al cardiopalma che potrebbe ripetersi in una cornice del tutto diversa, ma con le stesse premesse di allora. E chissà, magari stavolta con un finale diverso.
Questo contenuto è stato modificato 5 Gennaio 2023 11:56
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