Berrettini si lascia alle spalle un 2022 maledetto, ma i problemi del campione romano restano gli stessi: la frase che ha fatto tremare i fan.
È la voce tecnica di Sky Sport, ma definirlo così sarebbe estremamente riduttivo. Non bisogna dimenticare, infatti, che prima ancora di questo è stato molto altro. Un tennista che ha fatto la storia, per la precisione, che non è mica poco.
E se c’è qualcuno che può analizzare la situazione attuale in modo oggettivo ed estremamente razionale quello è, senza ombra di dubbio, Paolo Bertolucci. Proprio lui, nelle scorse ore, si è lanciato in una lucidissima disamina di inizio 2023, con un focus sulle tre principale punte italiane e sulle aspettative future. Non ha trascurato nessuno e ha considerato tutto, parlando con OA Sport di ciò che sarà e di quali sono i problemi che potrebbero insorgere nei prossimi dodici mesi.
Con qualche doverosissimo passaggio su Matteo Berrettini, il campione che nel 2021 ha fatto sì che i tifosi azzurri accarezzassero il sogno di un italiano sul trono di Wimbledon. Si è spinto fino alla finale dello Slam britannico e poco importa che alla fine abbia vinto Novak Djokovic: la sua impresa rimarrà nella storia e i tennissofili del Bel Paese non dimenticheranno mai quell’emozione. Alla quale, però, salvo la vittoria di altri due titoli Atp e qualche exploit nei principali tornei, hanno fatto seguito per lo più brutte notizie. Gli infortuni sono stati il suo avversario numero uno e hanno inciso, per forza di cose, sulla sua continuità e sul suo rendimento.
Berrettini, paura infortuni: il consiglio di Bertolucci
Chi segue Berrettini sa che il fisico “fragile” è il suo più acerrimo nemico. Il problema agli addominali, quello alla mano destra e quello, infine, al piede, sono stati degli avversari difficili da domare. Ben più di Djokovic, Alcaraz e compagnia bella.
Ed è proprio questo a preoccupare Paolo Bertolucci, che nella sua analisi a 360° sul tennis italiano non ha potuto fare a meno di soffermarsi su questo problema. Nel fare un confronto tra il romano e l’attuale numero uno, Jannik Sinner, l’ex tennista ha detto quanto segue: “I due sono accomunati dagli infortuni – ha detto a OA Sport – ma secondo me ci sono delle differenze sostanziali. Sinner è ancora un tennista da work in progress e ha anche cambiato allenatore, mentre Matteo da quel punto di vista è già fatto, ma il suo tennis quasi brutale per la violenza dei colpi ha come controindicazione il farsi male spesso. Per questo, io credo che la questione tra i due sia diversa”.
E la sua risposta è lapidaria, quando gli viene chiesto se la situazione di Berrettini sia, a suo avviso, più complicata di quella del suo amico altoatesino: “Credo di sì – ha affermato – ma forse proprio per questo sarà necessario valutare alcuni impegni e centellinare al meglio le forze. Mi rendo conto che sia un discorso un po’ complicato, ma penso che Matteo e il suo staff ne siano consapevoli”.