Il mondo intero piange la scomparsa di Pelé. Il campione ottantaduenne era malato da tempo. Con il Brasile ha vinto tre Mondiali e ha incantato intere generazioni. Ecco come il giornalista Italo Cucci ricorda il grande Pelè.
Sulla scomparsa del grande Pelé è intervenuto anche il noto giornalista Italo Cucci (allievo di Brera e storica firma del Guerin Sportivo e de Il Corriere dello Sport) in diretta sul canale Twitch TVPLAY.
Cucci ha conosciuto personalmente Pelé e lo ha sempre giudicato come uno dei più grandi, dentro e fuori dal campo: “Pelé era uomo semplice e straordinario“, ha spiegato il giornalista. “Guardandolo si impara ancora oggi a giocare”. Tutti gli opinionisti presenti a calciomercato.it, nel corso della trasmissione su Twitch TVPLAY, si sono uniti all’omaggio di Cucci, rievocando le gesta sportive e i grandi meriti morali di O’ Rey.
“Le emozioni diventano sempre più fastidiose“, ha detto Cucci commentando le proprie reazioni alla scomparsa dell’idolo. “Pelé aveva un anno meno di me, Maradona e Rossi erano più giovani di me. Da un lato sono un privilegiato per avere vissuto con questi personaggi, dall’altro mi sento svuotato, perché questi personaggi ci lasciano“.
E tutti questi grandi campioni secondo il giornalista non avevano in comune solo il talento: erano innanzitutto grandi esseri umani. “Con questi giocatori si poteva condividere, oggi invece finiamo per vederli da lontano e leggere notizie sui social. Pelé ha avuto l’umiltà di essere disponibile. Mi stanno arrivando foto di lettori che mi mandano immagini di loro con Pelè di quando erano bambini. Diciamolo: è stato un sogno per tutti. Era un uomo di una semplicità straordinaria, così come era semplice la sua giocata. Semplicemente fantastica ma classica. Ecco perché era il più grande di tutti, giocava facile“.
Cucci, il ricordo di Pelè: “Si guarda lui e si impara a giocare“
Dallo studio hanno subito domandato a Cucci se secondo lui c’è nel calcio contemporaneo qualcuno che gli somiglia. “Sì“, ha risposto il giornalista, “credo che ci sia qualcuno che gli somiglia. Ce ne sono milioni perché i suoi gesti sono quelli del manuale. Si guarda lui e si impara a giocare”.
Cucci ha quindi raccontato di aver incontrato tantissimi ragazzini nati nel nuovo millennio che conoscevano Pelé benissimo. “Lo conoscevano meglio di me e ne imitavano le giocate. Certe sue caratteristiche le hanno apprese tutti i grandi. Maradona, Cruijff, Messi… Ma nessuno è Pelè. Come nessuno è Maradona e nessuno è Messi. Anche Maradona non era complicato nel suo giocare. Qualcuno imita le mosse, che hanno fatto storia”.
Infine il giornalista ha raccontato delle volte che ha incontrato dal vivo il fenomeno del calcio brasiliano. “Ci siamo incontrati diverse volte. Quando nel 2004 è arrivato a Milano per presentare il suo film. Io mi sono messo da parte, e lui mi ha visto e ha fatto Ciao, come stai?. Questo è un gesto non da grande calciatore ma da grande uomo. Mi ha fatto un regalo riconoscendomi. Senza un grammo di divismo. Fu un piacere. Pelé era grande e umile. Ed è degno di essere ricordato con dolcezza”.