Un Luciano Moggi più agguerrito che mai è intervenuto in diretta ai microfoni di Calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPLAY: l’ex direttore sportivo della Juventus ha parlato di Calciopoli, chiedendo una riapertura delle indagini, e del caso plusvalenze.
Per Luciano Moggi l’intera inchiesta denominata Calciopoli andrebbe riletta con un nuovo nome: quello di Farsopoli. Ecco perché l’ottantacinquenne oggi procuratore sportivo è voluto intervenire all’assemblea bianconera parlando di una misteriosa chiavetta.
Gli opinionisti presenti in studio a calciomercato.it, in onda sul canale Twitch TVPLAY, hanno ovviamente domandato all’ex direttore juventino quale fosse il contenuto della famosa chiavetta. Moggi ha risposto senza indugi: “Ci sono tutte le intercettazioni di Calciopoli, le voci di tutti. Si possono tranquillamente ascoltare. La viva voce dei protagonisti. Vanno ascoltate per stabilire chi erano i veri colpevoli“.
E perché Moggi le tira fuori solo adesso? “Io non faccio questo per incolpare“, ha spiegato Luciano. “Perché la gente è tranquillamente libera di decidere, tra virgolette, chi ha fatto e chi non ha fatto. Ho soltanto fatto questo per discolparmi di colpe che non ho mai avuto”. Quindi Moggi si è presentato all’assemblea bianconera per riaprire un capitolo doloroso del passato. “Ho soltanto detto qualcosa che si può dire tranquillamente. Se si apre un capitolo nuovo già chiuso non vedo perché non se ne debba aprire un altro“.
L’ex dirigente della Juventus Luciano Moggi ha discusso a lungo di Calciopoli, cercando di evidenziare analogie e differenze con la nuova inchiesta sulle plusvalenze che ha coinvolto i bianconeri: quella delle plusvalenze. “Io non dico che Inter e altre squadre siano impunite e che ci sia accanimento sulla Juventus. Non credo che ci siano accanimenti particolari. Però come diceva sempre il presidente del Coni Gianni Petrucci, chi vince troppo non fa l’interesse del proprio sport. E la Juventus vinceva sempre. Ecco perché probabilmente è nata Calciopoli”.
Luciano Moggi sul caso plusvalenze della Juve
Anche Moggi nota alcune analogie fra Calciopoli e la nuova inchiesta. “Però mentre Calciopoli era stata fabbricata da altri con un’operazione direi anche di certe persone vicine, questa nuova inchiesta è un qualcosa che dipende esclusivamente dalla Juventus. Io non conosco le carte per dire hanno fatto bene o male, certamente se riaprono il capitolo delle plusvalenze avranno trovato elementi nuovi per riaprirle“.
Ma Luciano Moggi nota proprio in questa riapertura del caso plusvalenze un nesso interessante per introdurre un argomento a lui caro. “Questa cosa mi impone di dire allora che se si aprono inchieste già chiuse possono aprire anche Calciopoli. Calciopoli va riaperta! Perché, di cose nuove, ce ne sono a iosa. Come fascicoli occultati, intercettazioni tagliate a metà, quelle che facevano comodo… Tutto un insieme di cose che sicuramente portato alla luce fa capire che Calciopoli era Farsopoli come dicono in tanti”.
Infine Luciano ha dichiarato che secondo lui, all’epoca di Calciopoli, la Juve si è difesa male. Zaccone accettò troppo passivamente la Serie B e la penalizzazione. “Non c’era nessuna partita alterata, io lo ripeterò sempre. Il calcio va processato a 360 gradi. La Juventus fa notizia perché è un capro espiatorio che leggono tutti quanti. Se prendi un’altra società che fa le stesse cose non lo leggi“.
In più, riguardo alle voci che lo hanno descritto come consigliere di Agnelli, Moggi ha voluto chiarire come stanno davvero le cose: “Io non sono consigliere di nessuno. Io devo dire che sportivamente hanno fatto cose eccezionali. Come bilanci, però, hanno sbagliato diverse cose. Su questo non discuto. Ma siccome non conosco bene la situazione, non voglio entrare nel merito“.