Sinner, la testa non sempre basta: così il martello romano è riuscito ad avere la meglio sul suo collega altoatesino.
Non esagereremmo neanche un po’, se dicessimo che nel ranking Atp c’è stato un vero e proprio terremoto. È sufficiente guardare la top 3 e confrontarla con quella dello scorso anno, d’altra parte, per prenderne atto. Nulla è uguale a com’era prima, né al vertice e né ai piani superiori.
Dodici mesi fa a quest’ora al comando c’era Novak Djokovic, tanto per cominciare. E la top 10 era popolata da tennisti che adesso, a causa di eventi avversi, sono scivolati molto più in basso di dove meritano di stare. Si pensi ad Alexander Zverev, ad esempio, scomparso dall’Olimpo dell’Atp dopo anni di permanenza ai piani alti.
Ma non c’è bisogno di andare troppo lontano, per realizzare quanto abissale sia la differenza tra il 2021 e il 2022. Anche i nostri pezzi da novanta, Matteo Berrettini e Jannik Sinner, hanno perso terreno e sono stati catapultati fuori dai primi 10 posti della classifica mondiale.
Berrettini batte Sinner e anche Djokovic
Il romano, contrastato da mille infortuni, ha chiuso l’anno in 16esima posizione, mentre l’altoatesino è appena un gradino più in alto. E se nel ranking Sinner ha realizzato un piazzamento migliore, in un’altra classifica è stato invece il suo collega Berrettini ad avere la meglio.
Esiste un’altra top 10 e in quella, per fortuna, un posto di diritto è spettato al martello italiano. Matteo è quinto nella classifica dei migliori servitori del 2022, che vede al vertice Nick Kyrgios, John Isner e Hubert Hurkacz. Ha fatto leggermente meglio di lui Maxime Cressy e un po’ peggio, una volta tanto, Novak Djokovic, che è “solo” sesto, mentre Sinner si è piazzato in 19esima posizione.
La percentuale di game al servizio vinti dal romano è impressionante: si attesta all’87,80%, che non è affatto male per un giocatore che, nonostante gli acciacchi, ha portato a casa un risultato più che soddisfacente. Sbaragliando Nole, il resto della concorrenza e perfino lo stesso Jannik.