Sinner, non solo infortuni: così fa venire il mal di testa

Sinner, un barlume di “speranza” alla fine di una stagione che è stata costellata da innumerevoli infortuni.

La loro stagione non si è conclusa come speravamo. Le aspettative, alla luce dei risultati che entrambi avevano raggiunto lo scorso anno, erano alle stelle. Ma il destino e gli infortuni si sono messi troppe volte di traverso, impedendo loro di arrivare dove volevano e di migliorare ancor di più le rispettive prestazioni.

Sinner, non solo infortuni: così fa venire il mal di testa
©️LaPresse

Ciò non toglie, naturalmente, che Matteo Berrettini e Jannik Sinner abbiano segnato una svolta irripetibile nel mondo del tennis azzurro. Che non solo ne sono diventati protagonisti indiscussi, ma che hanno contribuito a cambiarlo con il loro gioco imprevedibile e a volte letale.

Ed è proprio del romano e dell’altoatesino, non certo a caso, che scrive – con la collaborazione di Daniele Azzolini – il leggendario Adriano Panatta in Niente è impossibile, il nuovo libro che passa allo scanner il tennis italiano di questa, così ribattezzata, seconda età dell’oro. Un volume inedito che racconta con estrema razionalità e dovizia di particolari il loro successo.

Sinner sotto la lente di un campione del passato

Sinner, non solo infortuni: così fa venire il mal di testa
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Dalle parole che l’ex campione romano dedica a Sinner nella sinossi, si evince chiaramente quanta stima abbia del nativo di Sesto Pusteria. Stima di cui non ha mai fatto mistero, impressionato com’è dalle caratteristiche tecniche e dalla forza mentale del ragazzo prodigio venuto dal Trentino.

“Sinner è prensile, trasformista, agile nei pensieri e pronto a cambiare direzione quand’è il caso – riassume brillantemente Panatta – Uno che sul campo non smette mai di stupire. Ha un rovescio che ammalia per le direzioni che prende, un dritto pesante quando riesce a salirci sopra con tutto il peso, e un ritmo negli scambi che fa venire il mal di testa agli avversari“.

Pensa un gran bene anche di Berrettini, il mitico Panatta, che sembra non sentirsela proprio di metterli a confronto. Non fosse altro perché, seppur ciascuno a modo suo, sono a suo avviso due campioni dall’enorme potenziale: “Matteo e Jannik – così si conclude la sinossi – con i colpi a loro disposizione fanno male a chiunque…”.

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