È un momento d’oro per il tennis italiano: Lorenzo Musetti, solo 20 anni, ancora più giovane di Sinner, bussa alla porta del circuito maggiore e promette di sorprendere tutti. Scopriamo un segreto del suo gioco che ha suscitato la curiosità di tutti.
Qual è l’età minima a cui si può cominciare a giocare a tennis? Se esiste, difficilmente potrà essere più giovane di quella in cui Lorenzo Musetti ha cominciato a prendere la racchetta in mano e menare con convinzione i primi colpi: a quel tempo aveva solo quattro anni.
Ed erano solo sedici anni fa. Enfant sicuramente, che sarebbe stato un enfant prodige l’ha stabilito il resto della sua carriera, già ricchissima e ancora ai primissimi passi.
Tra i grandi ventenni del tennis italiano, Musetti ha un posto speciale. Nel 2022 ha conquistato la sua prima finale di un torneo ATP, ad Amburgo. Seguito con curiosità e passione da tutti i tifosi italiani dello sport della racchetta, Musetti quell’incontro, il primo così importante della sua carriera, l’ha vinto con sicurezza, segnalandosi non solo per le qualità di gioco ma per un carattere che promette di portarlo lontanissimo. Oggi Lorenzo Musetti vanta un prestigiosissimo 27esimo posto di ranking ATP, grazie agli ottavi di finale conquistati al Roland Garros nel 2021, ad appena diciannove anni.
È il momento migliore che il tennis italiano abbia mai vissuto, un momento che continua a produrre sempre nuovi e sempre più incredibili talenti. C’è qualcosa di comune in questa ondata positiva? C’è forse un clima che è cambiato, un modo di credere e di seguire i progressi dei giovani talenti che sta maturando nel nostro paese?
Ci sarebbe da sperarlo. Quello che è certo è che Lorenzo Musetti nelle sue interviste è estremamente chiaro su un punto: sono stati il lavoro, e talvolta anche un po’ di fortuna a farlo crescere. Ma è stata la sua famiglia ad allevarlo, a credere in lui, e a spingerlo a credere ai suoi sogni. La prima vittoria l’ha dedicata a Nonna Maria, nel cui scantinato che lo lasciava libero di giocare senza mettere in pericolo vetri e suppellettili, è cominciato tutto.
Ad indirizzarlo al rovescio a una mano è stato il suo primo allenatore: suo padre. Amava qual modo di giocare, e anche al piccolo Lorenzo quel colpo è diventato spontaneo. Un colpo che è piaciuto anche al suo allenatore Simone Tartarini, che ha modernizzato il suo gioco senza però privarlo del suo colpo fondamentale.
Quello che piaceva tanto a suo papà (o babbo, come si dice in Toscana, da dove viene questa preziosa “new thing” del tennis italiano.
Questo contenuto è stato modificato 13 Ottobre 2022 10:55
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