Preoccupa l’involuzione della compagine nerazzurra, che anche contro l’Udinese ha rimediato una sonora sconfitta. Inzaghi non rischia, almeno per il momento…
Se un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza e tre indizi fanno una prova, l’allarme deflagrato alla Dacia Arena non può più passare inascoltato per un Inter che nel secondo tempo della sfida contro l’Udinese è apparsa costantemente in balia dell’avversario.
E pensare che i nerazzurri avevano anche trovato il vantaggio grazie al secondo sigillo stagionale di Nicolò Barella, abile a dipingere una pennellata su tela con una punizione magistralmente indirizzata all’incrocio. Poi, buio pesto. Lo sfortunato autogol di Skriniar ha fatto da preludio alla doppia sostituzione di Bastoni e Mkhitaryan, e alla rimonta completa dei bianconeri di Udine, che forti di una condizione fisica assolutamente strepitosa hanno navigato sul mare di certezze in frantumi della compagine meneghina. Al fischio finale, i tifosi hanno trovato in Simone Inzaghi il capo espiatorio, ed effettivamente alcune scelte dell’ex tecnico della Lazio difficilmente possono essere spiegate se non alla luce di un evidente stato confusionale che permea l’orizzonte nerazzurro.
L’inizio balbettante dell’Inter – che in campionato fatica a tenere il passo delle big ed in Champions League si è da poco ripresa dalla scoppola subita contro il Bayern Monaco – al momento non pone il dossier Inzaghi nella lista dei temi di discussione della dirigenza. Per adesso. Le tre sconfitte in Serie A contro Lazio, Milan ed Udinese sono però un campanello d’allarme importante; se a ciò si aggiunge che le vittorie contro Lecce e Torino sono maturate soltanto nel finale, lo status quo diventa ancora più desolante. La reazione di Bastoni al cambio è parsa quella di chi non è allineato alle scelte del proprio allenatore, o comunque può permettersi il lusso di esprimere apertamente il dissenso, sfogandosi in panchina in modo neanche troppo velato. La gestione dei cambi è quantomeno discutibile.
Tutti ingredienti che – se mescolati – originano un cocktail potenzialmente esplosivo. Ragion per cui, secondo quanto riferito da “La Gazzetta dello Sport“, la fiducia del club non può essere illimitata, sebbene Inzaghi abbia rinnovato il proprio contratto con l’Inter solo tre mesi fa. Nel caso in cui Lautaro e compagni non dessero la sensazione di cambiare marcia da qui fino alla sosta per i Mondiali, ecco che la dirigenza prenderebbe seriamente in considerazione l’ipotesi di un avvicendamento in panchina. Ragion per cui, un cambio di allenatore ad ottobre – quando il tour de force dell’Inter entrerà nella sua fase più calda – non è in preventivo, ma è chiaro che il club si aspetti risposte importanti dalla squadra, sin nell’immediato.
Questo contenuto è stato modificato 19 Settembre 2022 09:41
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