Berrettini, affiorano i ricordi e il campione si commuove davanti a tutti: “È una cosa che mi porterò dentro per sempre”.
È stata una delle prime cose che il suo mental coach gli ha insegnato: guardare avanti e lasciarsi il passato alle spalle. Ma ciò che è stato, di tanto in tanto, torna a bussare. E di solito lo fa anche con una certa prepotenza. Vale per Matteo Berrettini e per tutti, in generale. Perché un conto è dirlo, un altro è farlo.
E così, da un momento all’altro, si è commosso. Davanti a tutti. Senza nasconderlo, ché le emozioni gli piace viverle. Sempre e comunque. Ma cosa, quale ricordo in particolare, ha destabilizzato il martello romano, in un pomeriggio di settembre nel quale aveva appena vinto una sfida importantissima in chiave azzurra?
Dopo il match contro Sebastian Baez, che unito alla vittoria di Sinner su Cerundolo ha permesso alla Nazionale azzurra di staccare il pass per le finali di Coppa Davis a Malaga, si è inevitabilmente parlato di lui. Del re. Di quella notizia che ha scosso il mondo intero e fatto venire nostalgia un po’ a tutti.
Berrettini non l’ha mai dimenticato
Quando a Berrettini è stato chiesto che ricordo conservi di Roger Federer, la sua commozione è stata palpabile. La sua mente ha vagato a quella battaglia sul manto erboso di Wimbledon, quella in cui affrontò per la prima volta in assoluto il suo idolo, il campione del quale ammirava gesta e imprese quando era poco più che un ragazzino.
“Ho preso una sveglia clamorosa quel giorno – ha raccontato Matteo – È un momento che porterò per sempre con me, ho giocato nel suo torneo e nel suo campo contro il mio idolo. Mi vengono i brividi, mai avrei pensato di poter giocare quel tipo di partita. La mia carriera è stata molto veloce, mi sono ritrovato catapultato in poco tempo ad un livello che non mi aspettavo e quindi ho affrontato quell’esperienza con la gioia nel cuore, quasi fregandomene del risultato”.
“Ho passato tante domeniche a guardarlo giocare finali – ha rivelato ancora Berrettini in conferenza stampa a Bologna – mai avrei pensato di giocare lì con lui. È una cosa che mi porterò sempre dentro e che racconterò a figli e nipoti“. Della serie: quante emozioni ci hai regalato, Roger.