Musetti, le dichiarazioni del tennista italiano la dicono lunga su quale sia il suo stato d’animo: non riesce ancora ad accettarlo.
Certe notizie ti lasciano un amaro in bocca che neanche il più dolce dei dessert sarebbe in grado di levare. Come quella, giunta qualche ora fa, del ritiro di Roger Federer. Il campione svizzero giocherà per l’ultima volta tra una settimana, nell’ambito della Laver Cup; dopodiché, uscirà di scena. Stavolta per sempre. Senza che nessuno possa opporsi ad una decisione che, seppur dolorosa, è del tutto legittima.
Il mondo del tennis è comprensibilmente in subbuglio. Perdere un tennista che è stato bussola e punto cardinale per molte delle nuove leve è, senza ombra di dubbio, qualcosa di molto spiacevole. Così come spiace, ai giovani che popolano il circuito, non averlo mai potuto sfidare in campo.
Matteo Berrettini ce l’ha fatta. Il martello romano lo ha affrontato nel 2019, nello stesso campo che due anni dopo gli avrebbe regalato la più grande delle soddisfazioni fin qui incassate: il titolo di viceré di Wimbledon. In quell’occasione, però, fu Federer ad avere la meglio in 3 set. E il numero 2 d’Italia ha più volte raccontato di avergli chiesto, a fine gara, quanto gli dovesse per la lezione di tennis che gli aveva impartito sul manto erboso dell’All England Club. Il che la dice lunga su cosa Roger abbia rappresentato per i tennisti che hanno iniziato a giocare dopo – e in molti casi per merito suo – di lui.
Musetti e quel sogno destinato a rimanere nel cassetto
Sono in tanti ad avere ammesso di aver impugnato la prima volta la racchetta nella speranza di poter diventare forti come quel mostro sacro venuto dalle Alpi svizzere. Anche lo stesso Lorenzo Musetti ha ammesso di aver seguito le sue orme e di aver sognato di raggiungere gli stessi traguardi dell’antagonista di Rafael Nadal.
“Siamo un po’ orfani – ha detto il carrarino, una volta appresa la sua decisione di uscire di scena – è una notizia triste perché tanti di quelli come me, che hanno sognato di diventare come lui, perdono un mito. Ma come punto di riferimento resterà sempre, come grandissimo giocatore. Spero di rivederlo in giro per i tornei e di poter scambiare ancora qualche palla insieme”.
Musetti – ma anche Sinner – a differenza di Berrettini non ha mai assaporato l’ebbrezza di gareggiare contro di lui. E questa possibilità, ora, purtroppo, l’ha persa per sempre. Un vero peccato per lui ma anche per il pubblico, che non potrà mai assistere ad un faccia a faccia tra maghi del rovescio a una mano.