Berrettini, Ajla Tomljanovic e Nick Kyrgios: ancora quel filo invisibile. In una manciata di ore è successo di tutto.
Non lo sa lui cosa sia successo, figuriamoci noi. Matteo Berrettini non riesce proprio a spiegarselo cosa sia accaduto ieri sul cemento dell’Arthur Ashe Stadium. Sa di aver giocato male, quello è poco ma sicuro, perché nella sua lucidissima e più che onesta analisi post-gara non si è certo nascosto dietro un dito.
Ha candidamente ammesso, semmai, di essere stato lui l’artefice della vittoria di Casper Ruud. Il norvegese è stato oggettivamente superiore e quello lo abbiamo visto tutti, ma è altrettanto innegabile che il romano, sfiduciato e per nulla in forma, con la sua caterva di errori lo abbia aiutato e non poco.
“In una giornata simile – ha ammesso inoltre Berrettini, come riferisce Ubitennis – si può solo continuare a combattere, ed è quello che ho fatto, ma non è stato sufficiente. “Non so come spiegarmelo – ha aggiunto ancora – non so cosa è successo. Magari tra qualche giorno riuscirò a pensare a quello che è successo, ora è troppo presto, ma è successo qualcosa e non ne sono contento“.
Che Matteo sia stato travolto da Ruud e abbia perso la possibilità di accedere alle semifinali dello Slam americano non è comunque la sola clamorosa che è accaduta nelle ultime ore. Avevamo già evidenziato quanto fosse singolare il fatto che anche la sua ex Ajla Tomljanovic e Nick Kyrgios, che aveva a sua volta avuto una relazione con lei prima che Berrettini facesse irruzione nella vita della ragazza, fossero arrivati ai quarti di finale dello Us Open.
E il destino ha voluto che tutti e tre venissero eliminati dalla prestigiosa competizione nello stesso giorno. A poche ore di distanza l’uno dall’altro. La tennista aussie, un po’ come il romano, è stata messa ko in due set e senza troppi complimenti da Ons Jabeur.
Kyrgios ha invece lottato per cinque ed estenuanti set, salvo poi soccombere e lasciare il pass per le semifinali a Karen Khachanov. Una sconfitta che ha fatto sì che rispolverasse le vecchie usanze. Alla fine della gara, dopo aver salutato il giudice di sedia, ha fatto quello che non faceva da un po’: spaccare la sua racchetta sbattendola ripetutamente sul cemento. Non contento, ha fatto il bis: ne ha presa un’altra e le ha fatto fare la stessa fine. Una fine non troppo diplomatica. Un po’ come la sua ai quarti dell’ultimo Slam dell’anno.
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