Sinner, la verità è finalmente venuta a galla: ecco cosa accadde e perché fu costretto a mettere tutto in discussione.
Jannik Sinner ha sempre gestito la situazione in maniera elegante. Non una parola fuori posto, non una critica. Solo tanto affetto e una doverosa riconoscenza. Perché con Riccardo Piatti sarà pure finita da un giorno all’altro, ma non ha mai voluto sputare nel piatto in cui ha mangiato bene e a lungo.
Ci ha pensato il suo nuovo allenatore tuttavia a rivelare qualche piccolo dettaglio di quel divorzio che lo scorso inverno lasciò tutti a bocca aperta. A spiegare, in maniera molto diplomatica, perché quel tipo di approccio non fosse più adatto al ragazzo e non si confacesse agli obiettivi cui puntava.
Sì, Simone Vagnozzi ha parlato anche di questo, nella lunga intervista che ha rilasciato al Corriere dello sport e nella quale racconta il nuovo Sinner. Un giocatore che certamente vuole vincere, e ci mancherebbe pure, ma che “è ancora in costruzione” e al quale, di conseguenza, serve un altro po’ di tempo.
Il coach che è subentrato a Piatti e che da qualche settimana collabora anche con Darren Cahill si è detto soddisfattissimo dei risultati sin qui raggiunti. Sente che il team sta procedendo nella direzione giusta e che si è provveduto a rimediare, appunto, all’errore che era stato commesso in passato.
“Jannik aveva chiuso il 2021 giocando tantissime partite – osserva Vagnozzi – svolgendo inevitabilmente una preparazione atletica ridotta. In più ha avuto il Covid e problemi con le vesciche ai piedi. Non ha avuto, sostanzialmente, tempo e spazio per un buon allenamento fisico. La svolta è arrivata dopo il Roland Garros e in seguito all’infortunio al ginocchio, quando finalmente abbiamo potuto lavorare con calma e continuità. Non a caso ha poi giocato benissimo a Wimbledon, Umago e, a prescindere dal risultato, anche a Cincinnati”.
Tra le righe si nasconde evidentemente una non troppo velata critica al modus operandi dell’accademia di Bordighera. E il concetto viene ribadito quando l’allenatore evidenzia che “in questo momento i risultati sono molto importanti, ma non fondamentali” e che “la fretta può essere il nostro peggior nemico”. Il messaggio è arrivato a destinazione ed è, senza ombra di dubbio, forte e chiaro.
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