Medvedev-Tsitsipas, i due tennisti si stanno affrontando nella semifinale di Cincinnati: è noto che tra di loro non corra buon sangue.
Certe coppie fanno scintille. In tutti i sensi. Prendiamo Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas, per esempio, che in questo momento si stanno affrontando a Cincinnati nel decimo testa a testa della loro carriera. Non è mai successo, praticamente, che le loro gare finissero in maniera “civile”.
Ora per un motivo, ora per un altro, le sfide tra il russo e il greco sono sempre state caratterizzate da liti furiose in campo e polemiche a margine. Non corre chiaramente buon sangue tra i due tennisti europei, ed è altrettanto evidente che non siano mai stati neanche bravi a nasconderlo.
L’ultima volta che si sono affrontati, a gennaio agli Australian Open, è finita in caciara. Medvedev ha dato di matto e ha inveito contro il giudice di sedia, offendendolo con un epiteto assurdo. Quella sfuriata, come ricorderanno i bene informati, costò al numero 1 del mondo la bellezza di 12mila dollari.
Ad innervosire il russo fu quello che sostanzialmente innervosisce tutti gli avversari del greco: il fatto che Tsitsipas parli con il padre come se il coaching fosse ammesso. Nonostante Stefanos chiacchierasse con Apostolos mentre giocava, come se niente fosse, nessun cartellino fu tirato fuori dall’arbitro in quelle circostanze.
Ecco perché Medvedev perse la testa e perché se la prese con il giudice di sedia dandogli del “gattino” (l’offesa “originale” era small cat), ossia della femminuccia, in pratica. Ma non era neanche la prima volta, per la verità, che i due tennisti se le davano di santa ragione – sportivamente e verbalmente – in campo.
Già a Miami, nel 2018, si erano resi protagonisti di un siparietto poco diplomatico che era culminato in una lite furibonda e in uno scambio di offese che fair play scansati proprio. E chissà che oggi non decidano di inscenare un nuovo teatrino degno dei precedenti.
Questo contenuto è stato modificato 20 Agosto 2022 10:09
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