Alcaraz non si diverte più: ai quarti sì ma con riserva

Alcaraz si mette a nudo e rivela i suoi pensieri più reconditi: cosa sta succedendo al campione di Murcia.

Dimenticare che Carlos Alcaraz ha 19 anni soltanto sarebbe un gravissimo errore. Così come non sarebbe corretto, d’altra parte, trattarlo alla stregua di qualunque altro top player. Valutare le sue performance impone delle riflessioni che tengano conto, inevitabilmente, della sua giovanissima età e della sua legittima inesperienza.

Alcaraz
©LaPresse

Da promettente allievo di Juan Carlos Ferrero si è trasformato, in men che non si dica, in un campione capace di tenere a testa a due dei big three, che non è mica qualcosa che accade tutti i giorni. E ora che è ad un passo dal tetto del mondo è assolutamente normale che sia accaduto quello che è sotto gli occhi di tutti.

Prima di sbarcare a Cincinnati, l’incredibile ascesa dell’iberico ha subito una battuta d’arresto non indifferente. Alcaraz ha perso due finali, una contro Lorenzo Musetti e una contro Jannik Sinner, ed è poi stato eliminato al primo turno del Canada Open da un battibilissimo Tommy Paul.

Alcaraz, la pressione fa brutti scherzi

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Gli haters, ma non c’è di che stupirsi, hanno immediatamente gridato al bluff. Ma non è di questo che si tratta. Il “piccolo” Carlos che si è spinto fino al quarto posto del ranking è sempre lui, e il fatto che oggi disputerà i quarti di finale a Cincinnati ne è la prova, solo che qualcosa s’è spezzato, durante la sua fulminea evoluzione.

“Sono molto contento della mia prestazione odierna – ha detto ai microfoni di Atp dopo aver battuto Cilic – uno degli obiettivi di questo torneo è gestire la pressione, riuscire a giocare divertendomi come facevo lo scorso anno e magari agli inizi di questo 2022″. “In questo momento ogni partita è una sfida per me – ha aggiunto Alcaraz dopo aver ammesso, tra le righe, che la tensione gli ha impedito per un po’ di divertirsi mentre giocava a tennis – La sfida è mantenere lo stesso livello di sempre“.

Dopodiché, è arrivata la risposta che tutti aspettavano. “Ho capito ciò che è accaduto a Montreal: non sono riuscito a reggere la pressione di essere uno dei favoriti per il titolo o di avere una determinata classifica. Ho capito, però, che devo usare quella pressione a mio favore: so che sto affrontando i migliori del mondo e che devo dare il meglio di me stesso”. Norrie, ci sei? Stai attento: ora che Carlos ne è venuto a capo, saranno guai.

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