Sinner, la profezia torna a riecheggiare negli ambienti tennistici: sarà, questa, la volta buona e tanto attesa dall’altoatesino?
Fortuna che il Masters 1000 di Cincinnati è dietro l’angolo, perché tanto i tifosi quanto i tennisti italiani hanno proprio bisogno di lasciarsi alle spalle il pasticciaccio canadese. Nessun azzurro ha brillato nel campo di Montreal. O meglio, nessun azzurro, per colpa di qualcuno, ha avuto il tempo di farlo.
Pablo Carreno Busta si è liberato di Matteo Berrettini e Jannik Sinner in men che non si dica, mandando in fumo i sogni di gloria e vanificando le loro speranze di vincere, finalmente, un torneo più prestigioso del “solito” 250 o 500. Ma la ruota, si sa, per fortuna gira, e chissà che in Ohio non possa andare meglio.
Sarà, quello, un impareggiabile banco di prova, per i due atleti che stanno facendo sognare l’Italia. E dopo Cincinnati sarà tempo di volare a New York per l’attesissimo appuntamento con gli Us Open, nel tentativo di realizzare quel sogno americano che nessuno dei due è ancora riuscito ad acciuffare.
Sinner, missione Us Open: quella profezia lontana nel tempo
Se nel cuore di Berrettini c’è sempre stato Wimbledon, in quanto Slam a lui più congeniale, Sinner, anche se non tutti lo sanno, ha una predilezione per quello americano. Lo rivelò già in tempi non sospetti, nel 2019, quando era “solo” il più giovane italiano della top ten.
In quell’occasione, sulla scorta dell’entusiasmo, nel bel mezzo di un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport per celebrare l’ambito traguardo, pronunciò una frase che oggi speriamo possa essere in qualche modo profetica.
“Il mio Slam preferito è lo Us Open – raccontò Sinner 3 anni fa – Vorrei fosse il primo che vincerò“. Tra desideri e sogni c’è una bella differenza, certo, ma non si può dire, checché ne pensino gli haters, che Jannik non abbia la carica e la determinazione necessarie a centrare l’obiettivo di una vita. Sarà la volta buona?