Berrettini, un ostacolo dopo l’altro lungo la corsa del tennista nativo di Roma: è successo ancora una volta.
Difficile dire a chi dei due sia andata peggio in termini di sorteggio. Jannik Sinner è nuovamente in rotta di collisione con Pablo Carreno Busta, la “bestia nera” che ha impedito a entrambi gli azzurri presenti a Montreal di giocarsi la possibilità di arrivare in finale e di vincere il lauto bottino in palio.
A Cincinnati Matteo Berrettini non incrocerà l’avversario che lo ha messo in ginocchio al primo turno del Canada Open, ma non c’è comunque da stare troppo allegri, se si dà un’occhiata al tabellone principale di questo secondo Masters 1000 di fine estate sul cemento. Neanche qui avrà infatti vita facile: la sua corsa alla Race e il suo rientro in top ten sono sempre più appesi a un filo.
Al primo turno ci sarà per lui Frances Tiafoe, risaputamente non facile da gestire e da mandare al tappeto. E analizzare i precedenti tra i due lascia il tempo che trova, considerando che anche contro lo stesso Carreno Busta aveva avuto la meglio sul cemento degli Australian Open.
Primo ostacolo a stelle e strisce per Berrettini
Il romano ha affrontato lo statunitense una volta sola nel corso della sua carriera: a Roma, nell’ormai lontanissimo 2018. Berrettini non era ancora il campione che è oggi, ma il fatto che lo abbia battuto una volta potrebbe non voler dire, purtroppo per lui e per i suoi tifosi, un bel niente.
Qualora dovesse rimediare al pasticciaccio di Montreal e accedere al secondo turno troverebbe, poi, uno tra Sebastian Korda ed il russo Karen Khachanov. Non è da escludersi, se guardiamo ancor più lontano, che possa affrontare l’avversario che batté un attimo prima di disputare la finale di Wimbledon: Hubert Hurkacz.
In attesa che sia tempo di scendere in campo, Berrettini è già arrivato a Cincinnati e si sta allenando con la sua solita tenacia. Concedendosi, tra una cosa e l’altra, la possibilità di passare del tempo con quello che sembra ormai essere il suo amico numero uno all’interno del circuito: Lorenzo Sonego.