Berrettini ne vuole ancora un po’: la curiosa dichiarazione del tennista romano alla vigilia di Montreal lascia i tifosi di stucco.
Gli addominali che hanno fatto le bizze in più occasioni, la mano su cui si è dovuto intervento chirurgicamente. E, infine, il Covid. Non si può dire che sia stata una stagione facile per Matteo Berrettini, ma è altrettanto doveroso sottolineare quante soddisfazioni abbia incassato pur nel poco tempo trascorso in campo.
Dalla semifinale degli Australian Open a quella di Gstaad, passando per la vittoria a Stoccarda e per il doppio trionfo nel Queen’s, i risultati di cui andare fiero non sono di certo mancati. Ci hanno anzi dimostrato, se mai ve ne fosse bisogno, che quando è in forma Berrettini tutto può.
Cosa che ci fa ben sperare in vista dello swing americano, specie nel giorno in cui debutterà sul cemento canadese contro lo stesso avversario che gli ha regalato la prima vittoria di questo 2022 altalenante ma da non buttare via: Pablo Carreno Busta.
Berrettini e quella fame incontrollabile
Prendiamolo come un segno del destino. Come un nuovo inizio, se vogliamo. Che è poi esattamente quello che ha in mente lo stesso Matteo, che ha ammesso a Sky Sport di aver fatto tesoro di questo tempo lontano dal campo e di aver ricaricato le pile in vista del rush finale e delle Finals di novembre.
La sua fame agonistica, queste le sue parole nell’intervista, è ancor più incontrollabile. Aver contratto il Covid a poche ore dal ritorno a Wimbledon lo ha buttato giù, ma ora è pronto a usare quella rabbia in suo favore e ad usarla come carburante. Come benzina per arrivare più lontano che può.
“Il livello del mio tennis è salito” ha aggiunto anche il campione romano, intenzionato più che mai a riprendersi la top ten e a concorrere coi maestri alle Finals di novembre. Ingordo come non mai, non aspetta che “lei”: un’altra vittoria. Quel che ha fatto finor non gli basta: Berrettini ne vuole ancora un po’. Tra dritti letali e fame agonistica si salvi, allora, chi può.