Berrettini, i kleenex non bastano mai: le lacrime amare del campione

Berrettini e quella strana scorta di kleenex: il racconto dietro le quinte fa commuovere i tifosi del tennista romano.

Ce lo siamo chiesti tutti, in linea di massima, cosa abbia provato. Come si sia sentito quando la linea rossa ha confermato i suoi sospetti. Quando ha scoperto di aver contratto il Covid proprio alla vigilia dell’evento che aveva atteso per dodici, lunghissimi e molto tormentati, mesi.

Berrettini
©️LaPresse

In quei giorni si è chiuso in un comprensibilissimo silenzio, Matteo Berrettini. Ma non appena è tornato alla “vita” e al campo da tennis ha iniziato, piano piano, a sciogliersi. A raccontare il dolore di quei giorni, la sofferenza che si celava dietro una scelta che non tutti hanno compreso e condiviso. Perché avrebbe potuto giocare, sì, ma ha scelto di non farlo per senso di responsabilità nei confronti dei colleghi e di chi lavora dietro le quinte dello Slam.

Un pezzo alla volta, il quadro del suo Wimbledon in isolamento ha preso forma. Ha parlato di rabbia, di delusione, ma non di quale sia stata in concreto la sua reazione dinanzi all’esito ineluttabile di un tampone che gli ha portato via la possibilità di imporsi sull’erba del suo campo del cuore.

Berrettini e il Covid: il racconto di Massari

Berrettini
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A raccontare cosa sia accaduto negli istanti immediatamente successivi è stato qualcuno che lo conosce molto bene. Ci riferiamo a Stefano Massari, il suo mental coach, la persona che gli ha insegnato a vivere gli infortuni come un’occasione e a mandar giù con diplomazia le sconfitte. Anche quelle che bruciano di più.

“Per prima cosa ho comprato un sacco di kleenex – ha spiegato quando, durante un evento, gli è stato chiesto cosa fosse accaduto nel giorno più brutto di Berrettini  – Abbiamo pianto molto insieme. Lui ha detto alla stampa di avere il cuore spezzato e in effetti era proprio così”.

C’è voluto del tempo, ma questo d’altra parte è comprensibile, perché il tennista smaltisse la rabbia di quel giorno orribile. Perché Berrettini la tramutasse in voglia di rivalsa come dice Massari, di riscatto, di giocare il suo miglior tennis in maniera tale da riprendersi ciò che il destino, inspiegabilmente, aveva deciso di togliergli.

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