Federer come Francesco Totti: ecco perché l’ex capitano della Roma e il tennista svizzero sono così simili.
Francesco Totti lo sa bene come si sente Roger Federer in questo momento. Ci è passato anche lui e ricorderà perfettamente quanto male facesse il solo udire quella parola. Quanto grande fosse la voglia di giocare ancora, in barba all’età, alle lancette dell’orologio e a chi gli suggeriva di abdicare. Perché quando sei un campione, poco importa se del calcio o del tennis, dire addio non è mai facile.
Era il 22 settembre 1997 quando fece il suo debutto nel circuito qualcuno che nessuno sospettava ne potesse diventare, poi, una delle colonne portanti. Il re, il protagonista indiscusso di una stagione indimenticabile. Venticinque anni sono trascorsi da quel giorno, dall’inizio di un’epoca d’oro. Roger Federer e il tennis professionistico sono ad un passo dalle nozze d’argento, ma questa ricorrenza così speciale non potrà essere celebrata in modo degno. Perché nel frattempo le cose sono assai cambiate ed è successo, addirittura, qualcosa che ha cambiato tutto.
Il campione svizzero è ufficialmente fuori dalla classifica Atp. Fermo da ormai dodici mesi, per via di un problema al ginocchio che gli ha impedito di giocare, tutti i punti che aveva accumulato nel tempo sono irrimediabilmente scaduti. Da qui l’uscita di scena “matematica” dalla graduatoria mondiale.
Qualche giorno fa, a Wimbledon, ha però promesso che tornerà. Poco importa se il computo meccanico dei punti ha cancellato il suo nome, perché un posto d’onore nel circuito di cui è stato sovrano tanto a lungo ci sarà sempre.
Malgrado sia fuori dalla classifica, infatti, potrà comunque continuare a giocare e ad iscriversi. Il regolamento dell’Atp prevede delle deroghe per i giocatori reduci da situazioni difficili come, appunto, infortuni che si sono protratti a lungo nel tempo. Quindi, se lo vorrà, potrà disputare tutte le gare che desidera.
Per il momento il rientro è previsto in occasione della Laver Cup di settembre: giocherà solo il doppio, ma la sua assenza si è fatta sentire al punto che ce lo faremo bastare. Guai a parlargli di ritiro. Non è una parola che gradisce. Non è una parola contemplata dal suo vocabolario.
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