Wimbledon, delusione Jabeur: quel “sacrificio” non è bastato

Wimbledon, l’estrosa tunisina si è fatta rimontare dalla kazaka Rybakina nell’ultimo atto dei Championships. Svanisce il sogno africano.

Nella terra che le ha dato i natali, la Tunisia, l’hanno ribattezzata “ministro della felicità”. Affidandole una carica puramente simbolica ma che la descrive alla perfezione. E ne coglie in pieno l’essenza, sia come donna che come sportiva, due dimensioni che in lei spesso finiscono per coincidere. Ons Jabeur sorride molto spesso, le piace farlo soprattutto quando è in campo. Un sorriso contagioso. Dà l’impressione di essere una che si diverta a giocare a tennis, che ogni colpo le regali una particolare gioia. Stupisce come continui a farlo con un’estrema naturalezza, a prescindere dal palcoscenico che sta calpestando. Tensione e pressione hanno però avuto il sopravvento nel momento più importante: la tunisina ha infatti appena perso, da favorita, la finale di Wimbledon contro l’outsider Rybakina. Un primo set magnifico, poi il calo improvviso. Sia fisico che mentale.

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Ons Jabeur ©️Ansafoto

Un vero peccato per la tennista che a 27 anni è arrivata a giocare la sua prima finale Slam e che nel 2017 fece notizia per aver chiesto il permesso di interrompere il Ramadan – è di fede musulmana – in via del tutto eccezionale. Per l’esplosione definitiva ha dovuto attendere la prima parte di questo 2022, la Jabeur, con due titoli vinti a distanza di poche settimane. Titoli che sarebbero potuti diventare quattro se non avesse perso le due finali di Charleston e Roma, disputate sempre nello stesso periodo. Jabeur è lentamente emersa in un circuito femminile dove, al di là della schiacciasassi Iga Swiatek, le gerarchie mutano alla velocità della luce. E le sono bastati tre mesi di straordinaria continuità per issarsi fino alla seconda posizione nel ranking Wta, prendendo posto dietro alla dominatrice polacca.

Wimbledon, in frantumi il sogno della tunisina

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Ons Jabeur e Elena Rybakina ©️Ansafoto

Una cavalcata, la sua, sostenuta da un intero Paese che stravede per la sua beniamina. La Tunisia è in preda ad un’isteria collettiva, non si fa che parlare di lei. Fino a qualche anno fa il tennis lo si conosceva a stento, ora invece sembra essere scoppiata una vera e propria mania. Quei casi in cui lo sport può significare riscatto sociale in una terra afflitta da problemi atavici. Questo Ons Jabeur lo sa bene ed è assolutamente cosciente di quanto sia importante ogni vittoria per il suo popolo, per i suoi connazionali.

La prima araba/africana a raggiungere l’ultimo atto di un Major: qualcosa che solo dieci anni fa era difficile anche da immaginare, sia a livello femminile che maschile. “In Tunisia i tempi sono difficili – ha detto recentemente – Ma in questi giorni mi sto rendendo conto di come lo sport riesca ad unire le persone. Sono contenta che mi seguano, questo mi spinge a fare meglio. Spero di essere la loro “ministra della felicità” per sempre”.

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