Sinner può fare affidamento su una grande certezza in questo big match che lo vedrà affrontare il campione in carica Djokovic.
Le classifiche a volte mentono. Sono terribilmente bugiarde. Ed è proprio questo il caso. Giocatori che sono top player nati si ritrovano fuori dai primi dieci posti perché la matematica vuole così. Oppure, nel caso di Matteo Berrettini, perché è stata l’Atp, in risposta all’estromissione di russi e bielorussi da Wimbledon, a volere così.
Anche Jannik Sinner si ritrova, ma si spera ancora per poco, in una posizione che non rende giustizia al suo status di campione. Potrebbe e dovrebbe stare molto più in alto, avendo già ampiamente dimostrato di saper tenere testa ai grandi e di avere tutte le carte in regola per ambire a qualcosa in più.
Se lo dice perfino Novak Djokovic qualcosa di vero ci sarà pure, in questa “teoria”. Anche il serbo è convinto del fatto che l’altoatesino sia “già certamente un top player”. “Non sembra neppure soffrire la pressione nei grandi palcoscenici – queste le sue parole in conferenza stampa – cosa che può capitare ai più giovani. Ha fiducia nelle proprie possibilità, pensa di poter vincere contro chiunque, e questo è importante. È già un tennista esperto pur essendo così giovane, ha già affrontato più di un top player”.
Se Djokovic si rivede in Sinner
“È molto solido – ha aggiunto ancora l’ex numero uno, campione in carica a Wimbledon – ha tutti i colpi: servizio, risposta, dritto, rovescio. Mette pressione sugli avversari di continuo. Vedo in lui un po’ del mio gioco“. Di Sinner pensa insomma tutto il bene possibile, Djokovic, al punto tale da aver inserito più volte il suo nome nella composizione del tennista perfetto.
Quando è stato chiesto Nole di indicare, per ogni colpo, il giocatore che a suo avviso lo esegue meglio, il serbo non ha avuto il benché minimo dubbio. È convinto che Jannik abbia il miglior rovescio e la risposta più convincente di tutto il circuito, che non è mica poco. Tutt’altro. Soprattutto perché Djokovic fa il suo nome insieme a quelli di Agassi e di Murray.
Non cita mai, invece, Matteo Berrettini, a riprova del fatto che lo stimi meno di quanto non ammiri, invece, l’avversario contro il quale duellerà oggi sull’erba del centrale. E che dovrà dimostrare che il suo rovescio e la sua risposta possono mettere in difficoltà chiunque. Perfino l’indiscusso campione di Belgrado.