Sinner sull’erba sta sfoggiando una versione inedita di sé. La profezia che fa ben sperare i tifosi dell’altoatesino.
Dal non aver mai vinto una partita sull’erba a vincerne due di fila il passo non è breve come si pensa. Ci vuole anzi una falcata come si deve e due gambe lunghe così, per superare il divario e sfatare quello che era ormai diventato un tabù a tutti gli effetti. Non possiamo ancora cantare vittoria, ma i miglioramenti ci sono eccome.
Jannik Sinner è riuscito a guadagnarsi l’accesso al terzo turno di Wimbledon contro ogni aspettativa. Perché un conto è credere in lui quando è chiamato a confrontarsi con la terra rossa e col cemento, un altro è dargli fiducia quando calca i prati, che sappiamo invece non essere troppo nelle sue corde.
O questo, almeno, è quello che pensa lui. Già, perché il suo supercoach Darren Cahill è in realtà di tutt’altro avviso. Lui è convinto che l’altoatesino imparerà a giocare benissimo sull’erba, trattandosi di una superficie potenzialmente in grado di esaltare al meglio le sue caratteristiche e il suo stile.
Sinner, la profezia si tinge di verde
Cosa ne sarà di questo rapporto complicato ce lo dirà solo il tempo. Anzi, ce lo può dire già adesso il mitico Paolo Bertolucci, che di tennis sicuramente ne capisce e che ha affidato alla Gazzetta dello sport un’analisi lucidissima di questa nuova versione “green” di Jannik Sinner.
È troppo presto, dice, per affermare che Jannik sia migliorato sull’erba. “Eppure – scrive – a un occhio attento, non possono sfuggire alcuni adeguamenti che Sinner sta provando a inserire nel proprio bagaglio tecnico per garantirsi soluzioni diverse fuori dagli schemi consueti e consolidati. Va detto che la desuetudine all’erba del ragazzo si nota nei movimenti, non ancora del tutto consoni alle insidie dei prati, con un compasso di gambe troppo largo che lo obbliga talvolta ad allunghi non funzionali: un difetto che solo il tempo e un buon numero di partite su questi campi potranno eliminare”.
“La ricerca continua della pressione sui colpi a rimbalzo – ha aggiunto l’ex tennista – i miglioramenti al servizio, la ricerca della rete e della smorzata sono sicuramente guidate dagli input di Vagnozzi e del nuovo arrivato Cahill, ma dalle prime dichiarazioni m’è piaciuto l’approccio del supercoach australiano, che ha puntato l’accento sulla necessità di consolidare i punti forti di Sinner, aggiungendovi a poco a poco armi ulteriori senza snaturarne le caratteristiche. Un attaccante da fondo che sarà in grado di variare senza esagerare: questo – ecco la sua profezia – il cammino che lo attende”.