Camila Giorgi ne è rimasta “folgorata” subito dopo il Roland Garros: ecco perché la tennista ha scelto proprio lui.
C’è una certezza incrollabile nella vita di Camila Giorgi. Una certezza che ha un nome e un cognome: Sergio Giorgi. È lui che la allena da sempre. È lui che l’ha formata sul modello dei marines, calandosi nel difficilissimo ruolo di padre-coach. Ed è a lui che la tennista di Macerata deve il fatto di essere una tra le migliori 30 tenniste al mondo.
Sul loro rapporto se ne sono dette di tutti i colori. C’è chi ritiene che con un altro professionista avrebbe raggiunto traguardi ancor più mirabolanti, c’è chi pensa che i metodi del suo babbo siano troppo duri. Tant’è. Lei non ha mai accettato, sebbene negli anni ne siano arrivate a bizzeffe, proposte di collaborazione e bozze di contratto che non includessero papà Sergio.
Da poco tuttavia ha lasciato che un’altra figura la affiancasse in vista della tournée inglese. E la bella Camila ha scelto un ragazzo conosciuto a Firenze non troppo tempo fa. Anche lui gioca a tennis, ha 25 anni, è nato e cresciuto a Civitavecchia e benché sia solo il numero 1799 nel ranking ha una grinta da fare invidia ad un top ten.
Con Camila Giorgi in tournée c’è anche lui
Simone Agostini, questo è il suo nome, è il nuovo sparring partner della Giorgi. La sta affiancando nei suoi allenamenti sull’erba e questa esperienza, a quanto pare, sta arricchendo tanto lui quanto lei, che dalla collaborazione appena iniziata sembra aver già raccolto i primi frutti.
Camila e il bel Simone, come racconta Live Tennis, si sono conosciuti al rientro della ragazza dal Roland Garros. Hanno palleggiato un po’, si sono conosciuti e hanno deciso di provare questa combo inedita. E lui, come tanti del resto, è rimasto piacevolmente stupito dalla grinta della sua “assistita”.
“Il diritto non va? Il servizio non sta funzionando? Camila trova soluzioni, tende a non buttarsi giù e a questo livello è determinante. La differenza tra il maschile e il femminile è principalmente la potenza, ma alcune ragazze giocano davvero delle palle molto tese, e Camila è una di queste. È difficile anche per me che sono maschio giocarci contro – ha detto Agostini nell’intervista – tanto la traiettoria della palla di Cami è difficile da gestire. Per me è davvero una grande esperienza“. E chissà che questa collaborazione non possa fare la differenza, in termini di risultati, a Wimbledon.