Berrettini ancora “sotto accusa”: il commento al video che lo ritrae in allenamento con Nadal ha spiazzato i suoi fan.
Il servizio che corre a 220 km/h è senza ombra di dubbio la sua arma più pericolosa. Ma guai a sottovalutarlo o a pensare che sia tutto lì. Matteo Berrettini ha un arsenale pieno di colpi potenzialmente letali per gli avversari che si imbattono in questo gigante di 1 metro e 96, coi ricci spettinati e i muscoli d’acciaio.
Colpi che non sono solo “fisici”. La sua forza, ormai si sa, non viene dai bicipiti che fanno bella mostra di sé sotto le polo firmate Boss, ma dalla sua mente. L’ha allenata talmente tanto, tra sconfitte ed infortuni, che ora da quel punto di vista è davvero imbattibile. Insuperabile.
C’è una sola cosa capace di farlo balbettare un po’. Perché se è vero che il suo dritto è portentoso e a volte addirittura imprendibile, non si può dire lo stesso del suo rovescio. Non ancora quanto meno. Eppure, di progressi in questo senso nelle ultime settimane se ne sono visti parecchi. Berrettini è migliorato tanto sotto quel profilo, merito, presume il suo coach Vincenzo Santopadre, degli allenamenti cui si è sottoposto quando la mano destra era ancora fuori uso e Matteo poteva usare solo il braccio sinistro.
Berrettini e il suo rovescio sotto la lente
Quale che sia la ragione di questo salto di qualità, non possiamo che esserne felici. Anche se, ad onor del vero, c’è qualcuno che continua a punzecchiarlo per questo rovescio non del tutto all’altezza del suo status di campione e di numero 1 d’Italia. E sapete di chi si tratta? Non ci crederete mai, ma questo qualcuno è suo fratello.
Jacopo è il suo primo fan, ma quando si tratta di sfottere il primogenito di casa Berrettini è sempre pronto. Tant’è che quando Matteo ha postato su Instagram il video dell’allenamento con Nadal non ha perso occasione per pungolarlo un po’: “Il primo vincente di rovescio” ha scritto il ragazzo, che pure gioca a tennis, divertendo gli utenti che hanno letto il commento con la sua impietosa – ma spassosissima – ironia.
“È una gag che va avanti da anni – ha spiegato a posteriori il viceré di Wimbledon alla Gazzetta dello Sport – Io giocavo meglio di dritto e lo punzecchiavo, lui giocava meglio di rovescio e mi faceva notare le mie lacune su quel colpo”. “In ogni caso – ha aggiunto il campione – il back è un’arma che adesso sento completamente mia, riesco a giocarlo bene su qualunque superficie, mi permette di variare il ritmo”.