Berrettini, ecco la foto che spiega tutto: cosa si nasconde dietro l’incredibile forza del viceré di Wimbledon.
Dall’altra parte della rete c’era uno dei suoi più cari amici. Non voleva fargli “male”, forse. Sarà stato per questo motivo che Matteo Berrettini, almeno nel primo set, non ha calcato troppo la mano. Non ha forzato né il servizio né gli altri colpi, lasciando che Lorenzo Sonego si portasse in vantaggio e vincesse piuttosto agilmente il parziale.
Ma nel secondo non ha permesso che accadesse nulla di tutto ciò. Al rientro in campo non era più il gigante sotto tono che nel primo atto della partita le aveva prese di santa ragione, ma un campione intenzionato a prendersi quello che più voleva: la semifinale dell’Atp 250 di Stoccarda.
Ce l’ha fatta. Si è lasciato alle spalle gli errori e le sbavature del set iniziale e ha iniziato a giocare il suo miglior tennis, tra spettacolari passanti lungolinea e dritti d’una precisione chirurgica. Dopo la rimonta ha fatto suo anche il terzo parziale, guadagnandosi l’accesso alla gara che giocherà oggi stesso contro Oscar Otte.
Berrettini, pasta che passione: una ghiotta ricompensa
A partita finita, prima della conferenza stampa di rito, Matteo Berrettini ha però avvertito l’esigenza di fare una certa cosa. Di riappropriarsi delle energie spese per mettere ko l’amico Sonego e di fare il pieno di “carburante”, soprattutto, in vista dell’appuntamento imminente contro il tedesco.
Se Braccio di ferro faceva incetta di spinaci per moltiplicare la sua forza lui, da buon italiano, si è concesso nello spogliatoio un bel piatto di spaghetti. Qualcuno ha ben pensato di immortalarlo, fresco di doccia e ancora a torso nudo, mentre si godeva la meritatissima ricompensa.
Sarà “lei”, la pasta, il segreto della sua forza? Probabile. Il romano non ha mai nascosto, d’altra parte, la sua passione per la carbonara, per la cacio e pepe e per la aglio, olio e peperoncino. Che, in tempi ormai lontani, erano terreno di scontro con la sua ex Ajla Tomljanovic, che si ostinava a propinargli “insalatine” dimenticando che nel dna della sua dolce metà scorresse sangue italiano e che tutto poteva levargli, meno che la pasta.