Berrettini, il peggio è alle spalle ma il passato continua a bussare alla sua porta: il racconto che fa rabbrividire i fan.
Settantun giorni e centinaia di punti in meno dopo, Matteo Berrettini s’appresta a “svegliarsi” e a vivere una nuova primavera. Che tanto primavera non è, considerate le temperature roventi, ma questo è un’altra storia. La sua ricomincerà a scriverla oggi, lontano da casa ma non troppo: in Germania, a Stoccarda.
Oltre due mesi sono trascorsi dal giorno in cui annunciò che non ci sarebbe stato. Che avrebbe saltato Montecarlo, poi Madrid e infine Roma. Non sapevamo ancora che i tempi di recupero gli avrebbero imposto di rinunciare anche al Roland Garros e di fare i conti con tutto ciò che l’assenza allo Slam avrebbe inevitabilmente comportato.
Ma la riabilitazione è stata più lunga del previsto e lui e il suo team hanno pensato che non fosse il caso, evidentemente, di bruciare le tappe. Non è stato facile sopportare il peso di queste scelte. Così come, d’altra parte, non sarà semplice gestire le conseguenze di questa pausa prolungata.
Berrettini più forte ma meno sensibile
Sarà questo, ora, il problema con il quale Berrettini dovrà confrontarsi: il ranking, la necessità di racimolare qualche punto qua e là nel disperato tentativo di compensare quelli che scarterà in concomitanza di Wimbledon.
L’essenziale però è che il peggio, dal punto di vista fisico, sia finalmente alle spalle. Anche se qualche timore, del tutto legittimo, c’è ancora e malgrado, a quanto pare, manchi un ultimo tassello affinché Matteo possa tornare ad essere quello che era prima che la mano iniziasse a fare le bizze.
“I dottori mi hanno detto che con questa operazione hanno reso la parte della mano più forte – ha detto al Corriere dello Sport – Ma per quattro-cinque settimane non l’ho neppure mossa. Ho perso un po’ di forza, a un certo punto il braccio destro era più piccolo del sinistro. Si sente che la sensibilità non è ancora al 100%, ma sto bene. Mi sento recuperato”. Se abbia ragione o meno, lo scopriremo oggi.