Martina Trevisan come Ash Barty: la malattia e quella voglia di normalità

Miriana Trevisan ha alle spalle una storia molto tormentata: quella volta che decise di ritirarsi per regalarsi una vita “normale”.

Dall’esterno sembra una vita da sogno. Sempre con la valigia in mano, sempre in viaggio qua e là per il mondo. Eppure, a guardarla bene, quella del tennista è anche una carriera solitaria. Giocare a livelli professionistici implica tante rinunce, tanti sacrifici. E poi lo stress, la lontananza, gli infortuni.

Martina Trevisan
Instagram

Non è un caso che l’ex numero 1 del mondo, Ashleigh Barty, abbia deciso di ritirarsi seppur giovanissima. La sua storia ci ha insegnato quanto sia difficile mantenere il ritmo imposto dal tennis. Quanta pressione gravi sulle spalle dei giocatori e quanto sia facile, ad un certo punto, sentirsi smarriti.

Lo stesso era successa a Martina Trevisan, la 28enne di Firenze che oggi cercherà di passare il secondo turno del Roland Garros e che, qualche giorno fa, ha vinto il suo primo titolo nell’ambito del Wta 250 di Rabat. In pochi lo sanno, ma l’azzurra aveva appeso la racchetta al chiodo proprio quando la sua carriera stava per decollare.

Martina Trevisan, una storia che mette i “brividi”

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“Anche se all’apparenza sembrava tutto perfetto – ha raccontato Martina a Federtennis – dentro di me sapevo di non sentirmi bene. Non riuscivo a gestire ciò che avevo intorno, le pressioni, le aspettative che c’erano su di me, quasi l’obbligo di dover vincere sempre. Tutto viaggiava alla velocità della luce e nessuno si accorgeva del mio malessere“.

Aveva 16 anni, Martina, quando si ammalò di anoressia e capì di doversi concedere una tregua. Iniziò un’altra vita: si curò con il sostegno di una psicologa e diede la precedenza a quelle che, in quel momento, erano le sue priorità. Poi, un giorno, capì. Capì che l’idea del tennis non l’angosciava più e che, anzi, aveva voglia di darsi una seconda chance.

Nel frattempo erano trascorsi 4 anni. “Non ero più la ragazzina insicura e spaurita di quattro anni prima, ma la giocatrice era sempre la stessa. E anche la passione per questo sport”. Da allora non si è più fermata. Ha risalito il ranking ed ora punta a buttar giù il muro della top 100. E se proverà a farlo con la stessa determinazione di cui ha fatto sfoggio in Marocco, non ci vorrà molto prima che il suo sogno diventi realtà.

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