Internazionali d’Italia, il sorteggio si “ribella” al solito finale già scritto. Ecco perché la rivoluzione può iniziare da Roma.
Ci avevamo sperato un po’ tutti. Certe rivalità non muoiono mai e sarebbe stato bello, in effetti, assistere ad un match che avesse il sapore dei vecchi tempi. Ma il sorteggio degli Internazionali d’Italia non è stato in tal senso clemente. Ha anzi spazzato via nel giro di qualche minuto le fantasie dei tifosi.
Rafael Nadal e Novak Djokovic sono finiti nella stessa parte del tabellone, ma questo purtroppo esclude a monte la possibilità che si incrocino in finale. I due mostri sacri del circuito potranno tutt’al più incontrarsi in semifinale, che è sempre meglio di niente, certo, ma che non avrà ovviamente la stessa atmosfera dell’ultimo atto del torneo.
Il sorteggio ha dunque scritto, per questa edizione degli Internazionali d’Italia, un finale diverso. Un finale alla cui scrittura, se tutto dovesse andare come da copione, contribuirà solo uno dei fab three, che con Roger Federer ancora in fase di ripresa sono ormai rimasti in due.
Internazionali d’Italia, quella finale non s’ha da fare
L’esito di questo sorteggio sembra peraltro avere un significato simbolico. Spinge per la rivoluzione, per il “rinnovamento”. Spalanca le porte alle nuove leve, che ora che la finale non è più scritta, come è stato per molti anni, avranno più chance di arrivare fino in fondo agli Internazionali d’Italia.
La parte bassa del tabellone promette in questo senso fuoco e fiamme. Gli aspiranti al trono, che non vedono l’ora di spodestare i “vecchi” dominatori, sono concentrati tutti lì. C’è Sascha Zverev, tanto per cominciare, che prima che iniziasse il secondo tempo del regno di Nadal aveva trionfato al Foro Italico.
E ci sono anche Stefanos Tsitsipas, Andrey Rublev, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Sì, Alcaraz, lo stesso giovanissimo talento che proprio ieri, battendo il maiorchino, ha scritto la prima pagina di un nuovo capitolo della storia del tennis.