Sinner, Berrettini e Musetti, questa sì che è una strana coincidenza: ecco il fattore che sembra accomunare i tre tennisti italiani.
Era il 14 novembre scorso, quando Matteo Berrettini lasciò in lacrime il Pala Alpitour di Torino, ritirandosi dalle Finals durante la partita d’esordio. Dall’altra parte della rete c’era un avversario ostico, ma il romano era in forma e carico a molla. Non sapremo mai come sarebbe andata a finire, se gli addominali non avessero fatto le bizze.
Magari Sascha Zverev non avrebbe mai vinto il torneo dei Maestri. Magari il campione azzurro sarebbe riuscito nella, seppur dura, impresa di ostacolarlo durante quella partita. Tutto può essere, ma non è di questo in ogni caso che intendiamo parlare in questo momento.
Vorremmo sottolineare, piuttosto, una strana coincidenza. Qualcosa che accomuna Berrettini, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, un dettaglio che non può proprio passare inosservato se si analizza il cammino dei tre tennisti nostrani.
Sinner, Berrettini, Musetti e il fattore Zverev
In un modo o nell’altro, quando succede qualcosa ai nostri portacolori, c’è sempre lui di mezzo: Zverev. C’era lui quando il Matteo nazionale ha sventolato bandiera bianca lasciando il Pala Alpitour in lacrime e c’era ancora una volta lui, ieri, quando Lorenzo Musetti ha deciso di ritirarsi dal Masters 1000 di Madrid per via di un problema muscolare.
Senza dimenticare che è stato ancora una volta Sascha, qualche settimana fa, a dare filo da torcere ad un Jannik Sinner che, malgrado il fastidio delle vesciche, stava dando il meglio di sé al Country Club di Montecarlo. Come se davanti agli italiani, all’improvviso, si accendesse e giocasse il suo miglior tennis.
Quindi, diciamocelo: Zverev è diventato un po’ l’incubo dei tennisti italiani. Anche se è doveroso sottolineare una cosa: si è comportato da gran signore quando Berrettini e Musetti si sono infortunati e hanno dovuto abbandonare il campo. Sia a novembre che ieri è stato molto “premuroso” nei loro confronti e sinceramente dispiaciuto di vincere la partita a tavolino.