Sinner e Berrettini, è stato chiesto ad Alcaraz cosa ne pensi dei due tennisti italiani: lo spagnolo ha le idee chiarissime.
Carlos Alcaraz è indiscutibilmente l’atleta del momento. Il modo in cui ha bruciato le tappe, unito alle eroiche imprese di cui si è reso protagonista negli ultimi mesi, lo hanno catapultato dritto alle falde della top ten. Gli manca un passo soltanto, uno solo, per diventare uno dei maestri del tennis internazionali.
Certo è che, anche se undicesimo, la scena ora come ora è tutta sua. Esclusivamente sua. Il perché è presto detto: l’epica vittoria al Masters 1000 di Miami ha confermato il fatto che si tratti di un vero e proprio fenomeno. E che sia destinato, in quanto tale, ad essere tra gli attori principali del tennis del futuro.
In questo clima di festa c’è però una cosa che sembra dargli molto fastidio. Un paragone, divenuto oramai parecchio ingombrante, che a quanto pare non gli fa piacere. Quello con Rafael Nadal, per la precisione, di cui Carlitos è ritenuto – per via della sua nazionalità e della sua grinta – il legittimo erede.
Le pagelle di Alcaraz: Sinner promosso con riserva
“Sui social, da un paio d’anni, è tutto un paragone – ha detto Alcaraz al Corriere della Sera – Io cerco di non farmi distrarre troppo: penso a me, al mio tennis, ai miei miglioramenti. Lo riconosco, come non nego che i consigli e i complimenti di Rafa fanno sempre piacere. Ma io sono di Murcia, lui di Maiorca, lui è mancino e io no, io da bambino ero tutto tranne che un guerriero: ero mingherlino, piccoletto, poco potente. L’opposto di Nadal…?“.
Cosa ne pensi di questi parallelismi un po’ azzardati è dunque chiaro. Ma il quotidiano che l’ha intervistato ha voluto andare oltre i confini della Spagna, chiedendo al nuovo campione del tennis un’opinione sui due tennisti per i quali al momento batte il cuore degli italiani: Berrettini e Sinner.
“Jannik è forte – ha detto Carlos – È un top 10, ha vinto 5 titoli, non è tanto significativo che io l’abbia battuto né che l’abbia scavalcato in classifica. Ogni match ha storia a sé. Sognavo di ritrovarmi nella sua posizione, dopo Miami sono addirittura davanti a lui. È molto forte anche Berrettini, da cui ho perso a Melbourne. Ecco, rispetto a Jannik, il servizio di Matteo è una bomba“.