Schumacher è pronto per la sua seconda stagione al volante della Haas: in un’intervista ha raccontato le sue sensazioni e il sogno della sua vita.
Auto nuova, vita nuova. L’antico adagio non dice proprio così, ma rivisitarlo era doveroso per poter parlare di lui. Di Mick Schumacher, figlio d’arte, che si appresta a iniziare la sua seconda stagione in Formula 1. Con uno spirito e con un bolide completamente diversi da quelli che avevano caratterizzato l’anno del suo gran debutto.
I test in Bahrain sono andati piuttosto bene. Il suo mezzo, nel quale scorre il sangue della rossa, montando uno dei suoi motori, corre, è stabile e affidabile. Tutt’altra cosa rispetto alla vettura che gli spettò lo scorso anno, che era “solo” un aggiornamento di quella che era stata messa a punto in vista della stagione 2020. La musica, insomma, è cambiata da così a così.
E sono cambiate, come facilmente intuibile, anche le aspettative. Soprattutto le sue. Il pilota della Haas, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ha raccontato di aver provato delle ottime sensazioni, sul circuito che nel fine settimana ospiterà il primo Gran Premio di questo 2022.
“Siamo solo all’inizio dello sviluppo – ha detto nell’intervista – bisognerà vedere anche come il team reagirà. Io sono ottimista, il progetto avviato l’anno scorso si è rivelato corretto. Abbiamo fatto la maggior parte del lavoro, ora si tratta di mettere tutto insieme in tempo per la prima gara. Mi sento molto a mio agio, pronto, come tutto il team. Sono sicuro che sarà una buona stagione”.
L’obiettivo, ha rivelato Schumacher, è quello di fare in modo che il suo sogno si trasformi in realtà. Che sia, finalmente, la volta buona per piazzarsi tra i primi dieci e per dimostrare di meritare il traguardo al quale ambisce: mettersi alla guida di una Ferrari. Senza mai dimenticare da dove è partito, perché, a sentir lui, gli errori commessi nella stagione che ha segnato il suo debutto, caratterizzata da parecchi incidenti per i quali è stato abbondantemente criticato, lo hanno forgiato.
“Non cambierei nulla di quello che ho fatto, sono esperienze che mi hanno fatto crescere e aiutato a essere quello che sono. Le cifre pubblicate (quelle relative ai danni causati dai suoi incidenti, ndr) trovano il tempo che trovano, non puoi quantificare certi costi. Non hanno senso”.
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