Sinner rallenta: “Ho bisogno di tempo”

Sinner, il tennista tira le somme dopo l’esordio con Vagnozzi. Ecco quali sono state le parole del numero 10 a Dubai. 

Il rischio che gli venisse puntato il dito contro era altissimo. I catastrofisti, d’altra parte, sono sempre in agguato. E non vedevano l’ora, questo è poco ma sicuro, di sottolineare quanto fosse stata sbagliata quella decisione. Quella di lasciare lo storico allenatore Riccardo Piatti per esplorare nuove possibilità.

Sinner
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L’esordio di Jannik Sinner a Dubai, invece, è stato grandioso. Ha recuperato un match che pareva ormai andato con la tenacia di chi è consapevole dei propri mezzi e di avere alle spalle una presenza rassicurante. Quella di Simone Vagnozzi, il coach che si è preso sulle spalle questo gigante spigoloso coi colpi da campione.

È ancora troppo presto per dire se sia merito del suo metodo o meno. Eppure, all’occhio più esperto non sarà sfuggito che qualcosa nel gioco del tennista altoatesino è già cambiata. Le discese a rete più frequenti, ad esempio, sono un chiaro segnale: Vagnozzi ha già messo mano dove sapere che ce n’era più bisogno.

Sinner su Vagnozzi: “Lavorare con lui è eccitante”

Sinner
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Aveva ben più di un motivo per essere soddisfatto di questo match, quindi, il numero 10 del mondo. Rientrava in campo dopo il Covid e dopo l’uragano Piatti, motivo per il quale la sua vittoria non era assolutamente scontata. E quanto sia felice lo si evince dalle parole che ha affidato al termine della gara alla Gazzetta dello Sport.

“È presto per parlare dell’effetto che Simone avrà sul mio gioco – ha detto Sinner dopo aver battuto Fokina a Dubai – ma di certo stiamo lavorando molto duramente. La qualità degli allenamenti è molto alta. Ci stiamo concentrando anche su alcune cose nuove, ma ovviamente ho bisogno di tempo“.

“Ognuno di noi nel team ha bisogno di tempo per capirsi un po’. E comunque è eccitante, è qualcosa di diverso. Quindi vediamo come andrà, e poi tireremo le somme. Non l’ho scelto perché è giovane – ha aggiunto, rispondendo implicitamente a quanti si chiedessero perché la scelta fosse ricaduta proprio su di lui – c’erano cose da mettere a posto, anche se con Piatti sono stati 7 anni fantastici».

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