Sinner, il futuro del tennista altoatesino è ancora avvolto nel mistero: la telefonata che tutti aspettavano col fiato sospeso non è arrivata.
John McEnroe lo immaginiamo così, come un adolescente alla sua prima cotta. Seduto a fissare il vuoto e a contemplare un telefono che spera squilli presto ma che, imperterrito, continua a rimanere muto. Iperbole a parte, le cose stanno proprio così: il suo smartphone non trilla da un po’.
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L’ex tennista, oggi allenatore, non ha ricevuto la telefonata che chiaramente si aspettava di ricevere. Tutti erano assolutamente certi che il supercoach che entrerà a far parte del team di Jannik Sinner fosse lui, ma è chiaro, a questo punto, che abbiano preso una bella cantonata.
Il suo nome era in pole, forse più per “suggestione” che non alla luce degli indizi scovati qua e là. Si era pensato a lui perché non ha mai fatto mistero di avere un “debole” per l’altoatesino, ma se nessuno lo ha ancora contattato è perché, evidentemente, si è preferito optare per qualcun altro.
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Sinner snobba McEnroe: chi sarà il supercoach?
Qualche dubbio era sorto già. La candidatura spontanea di McEnroe, come vi avevamo fatto notare qui, sembrava stridere clamorosamente con le dichiarazioni di Sinner. Il ragazzo di San Candido, pur senza mai svelare il nome del supercoach, ha sempre lasciato intendere che il suo arrivo fosse imminente. E che, di conseguenza, fosse già stato deciso a chi riservare questo ruolo.
E forse pure John, a questo punto, si sarà accorto che qualcosa non quadra. “Ha fatto tanti progressi, è già un campione – ha detto l’ex stella del tennis, interrogato sulla prestazione di Sinner in Australia – può vincere uno o più Slam. Riccardo (Piatti, ndr) però non mi ha chiamato. Forse ha deciso di fare da solo”.
Malgrado molti avessero dato per scontato che sarebbe stato proprio lui ad affiancare Jannik in una stagione che sarà fondamentale per la sua carriera, erano trapelati anche degli altri nomi. Quello di Maria Sharapova, per esempio, per quanto gli ultimi indizi sembrino spingere in tutt’altra direzione: ora come ora, in cima alla lista dei principali “indiziati” ci sarebbe, infatti, Boris Becker.