Berrettini, le ottime prestazioni allo Slam australiano fanno volare il suo conto in banca: ecco quanto ha guadagnato finora il romano.
Matteo Berrettini ha preso quota. Nel ranking certamente, ma anche a livello economico. Giocare a certi livelli paga. In tutti i sensi. E lo sa bene il tennista romano, che al rientro dagli Australian Open avrà il portafoglio ben più gonfio e un conto in banca che durante la sua trasferta sarà lievitato ancor di più.
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L’accesso alla semifinale dello Slam di Melbourne gli ha fruttato la bellezza di 566mila euro. Nel caso in cui dovesse riuscire a battere anche Rafael Nadal, incasserebbe seduta stante un milione di euro. Ma quanto vincerebbe, invece, se il suo sogno di alzare la coppa australiana dovesse diventare realtà?
In qualità di primo classificato riceverebbe un premio complessivo pari a 1 milione 820mila euro. Non è il tennista meglio remunerato al mondo – non ancora, quantomeno – ma nella classifica all-time è posizionato abbastanza bene e tutto, alla luce dei suoi risultati, lascia presagire che possa andare sempre meglio.
Berrettini, i guadagni complessivi tra sponsor e tornei
Stando ai dati aggiornati al 17 gennaio, come rivela la Gazzetta dello sport, Berrettini ha guadagnato nella sua carriera 8 milioni 586mila dollari. Davanti a lui ci sono tuttavia 97 atleti che hanno guadagnato di più. A guidare incontrastati questa classifica sono al momento Novak Djokovic, con un patrimonio di 154 milioni di dollari, Roger Federer, che è “fermo” a quota 130 e Rafael Nadal, che col tennis ne ha guadagnati finora 125.
Anche l’italiano Fabio Fognini, ad oggi, ha un patrimonio ben più alto di quello del romano: tornei e competizioni hanno fruttato al 34esimo nel ranking mondiale 16 milioni in totale. È però doveroso sottolineare, a questo punto, che i proventi di Matteo Berrettini non si fermano ai soli premi in palio nei vari Slam e Atp.
Sponsor importantissimi lo hanno assoldato negli ultimi mesi, ben consapevoli del fatto che il numero 2 di Wimbledon sia ormai una vera e propria star. Basti pensare ad Hugo Boss – è il primo tennista a sfoggiare in campo gli eleganti capi della griffe tedesca – ad Asics, che firma invece le sue scarpe, e a Red Bull, il cui logo fa capolino sulle maniche delle t-shirt del romano. Non è dato sapere a quanto ammontino gli introiti derivanti dai brand che lo hanno scelto come testimonial. Ma qualcosa ci dice che l’offerta messa sul piatto per accaparrarsi il fenomeno del momento sarà stata piuttosto ingente.