Berrettini passa al terzo turno e trova Carlos Alcaraz. Il romano è fiducioso: ecco come pensa di poter battere il suo prossimo avversario.
Ci sono voluti 2 ore e 38 minuti di gioco, ma alla fine Matteo Berrettini l’ha spuntata: anche lui, dopo Lorenzo Sonego, è riuscito a staccare il biglietto per accedere al terzo turno degli Australian Open. Non è stato facile. Anzi. Forse nessuno si aspettava che Stefan Kozlov potesse rispondere così bene alle martellate del romano.
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Ma la pratica è ormai archiviata ed è già tempo, per il numero 7 del mondo, di guardare avanti. E all’orizzonte c’è un avversario che non sarà per niente morbido, tutt’altro. Si tratta di Carlos Alcaraz, tra i talenti indubbiamente più promettenti dell’Atp. Giovane ma micidiale.
Berrettini e lo spagnolo non potrebbero essere più diversi di così. L’italiano punterà sull’esperienza e sulla resilienza, che sono i due jolly che spesso e volentieri gli hanno permesso di tenere duro anche nei match più ostici. Due abilità che non tutti i tennisti possiedono, men che meno quelli particolarmente giovani.
Berrettini ritrova Alcaraz: un terzo turno da paura
Alcaraz, invece, affronterà il match alla sua solita maniera. Con quella proverbiale aggressività che lo ha reso capace di stare in mezzo ai grandi, correndo da una parte all’altra del campo senza lasciare nulla di intentato. Un avversario che spaventa, tanto sa districarsi bene in ogni situazione di gioco.
Ma Berrettini è un atleta che ha già raggiunto un certo livello di saggezza e di self-control e che non si lascerà certo intimidire da un diciottenne. Neanche da uno che è già considerato il legittimo erede di Rafael Nadal, sia per la nazionalità che per l’incredibile modo di attaccare e di difendere.
“Certo – ha detto il romano dopo la partita di oggi – Alacaraz sarà un ostacolo importante ma ho imparato dal match giocato a Vienna. È un giocatore forte e aggressivo, ma io penso di poter sfruttare a mio favore le caratteristiche del campo. Ci si allena per momenti così….”