Federica Pellegrini, la confessione arriva direttamente in tv: tutta la verità su quel bacio galeotto e sulla polemica degli ultimi giorni.
Lei aveva 16 anni, lui 26. A legarli, una passione comune: quella per il nuoto. Ma le rose, poi, non son fiorite e ognuno è andato per la sua strada senza curarsi troppo dell’altro. Non c’è stata alcuna storia d’amore, tra Federica Pellegrini e Massimiliano Rosolino. Solo un piccolo ed innocente flirt, tanto tempo fa.
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Una liaison che è uscita allo scoperto solo ora e che ha sollevato un polverone mediatico senza precedenti. Ad ammettere cosa ci sia stato con l’ex nuotatore ai Giochi di Atene è stata proprio lei, la Divina. Lo ha fatto ad ottobre, quando Valerio Staffelli ha bussato alla sua porta per consegnarle il tapiro d’oro.
La poco prestigiosa statuetta le è stata portata in dono dopo le dichiarazioni, per niente gentili, dell’amico Rosolino. Massimiliano, qualche ora prima, aveva detto di lei le seguenti parole: “Fede o la ami o la odi. È sempre stata collocata su un piedistallo. Ci sta sopra anche adesso, diciamo la verità”.
Rosolino e Federica Pellegrini, quel flirt ad Atene 2004
La Pellegrini non aveva gradito e così, per tutta risposta, aveva spiattellato all’inviato di Striscia la notizia la verità su quei baci innocenti scambiati all’ombra del Partenone. Credevamo che le polemiche sarebbero finite lì, e invece no. Un nuovo capitolo è andato ad arricchire questa vicenda dai contorni ancora oscuri.
Nella puntata di Verissimo andata in onda oggi, la Toffanin non ha resistito. In studio c’era l’ex nuotatore, al quale non ha potuto fare a meno di chiedere se quanto raccontato da Federica fosse vero o meno. “L’ha detto lei e io confermo – queste le sue parole – quello che dice la Divina. Da giovani se c’è una carezza o dei baci, ben venga.
Dopodiché, Rosolino ha cercato disperatamente di mettere un punto a questa storia. “Siamo due personaggi forti, abbiamo fatto bene il nostro sport e le polemiche lasciamole stare. Bisogna mettere a tacere ogni sorta di incomprensione perché due campioni devono unire le proprie forze e non creare duelli a distanza che si basano su malintesi”.