Berrettini e Sinner, l’Italia arranca nel primo turno in Atp Cup. Gli azzurri dovranno fare i conti con un problema doppio.
I pronostici erano tutti dalla nostra parte. E appariva quasi scontato che l’Italia fosse favorita, avendo la possibilità di schierare all’Atp Cup non uno, ma ben due top 10. La sola presenza di Matteo Berrettini e di Jannik Sinner in squadra, tuttavia, non è stata sufficiente. Nella prima giornata del torneo, gli azzurri hanno purtroppo arrancato.
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Il solo a portare a casa qualche preziosissimo punto è stato l’altoatesino. Il numero 7 del mondo, invece, non è riuscito a reggere il passo dell’australiano De Minaur. È stato sconfitto in due set e senza troppi complimenti da un padrone di casa che è parso – soprattutto in relazione a Berrettini, che è comprensibilmente fuori forma – inarrestabile.
Il rebus che sarà più difficile risolvere è però quello che riguarda il doppio. Anche a Sidney, come a Torino in Coppa Davis, non si è ancora riusciti a trovare la quadra. Santopadre ha schierato il suo pupillo romano insieme a Bolelli, ma è chiaro che questa coppia non abbia funzionato e che non sia il caso di riproporla.
Berrettini e Sinner, gli azzurri devono cercare la quadra
Gli australiani, sul fronte del doppio, sono invece stati impeccabili. E hanno dato agli azzurri una lezione che potrebbe rivelarsi preziosissima, dando prova di quanto sia importante, in una competizione a squadre, poter fare leva su una coppia che sia specializzata proprio in quella disciplina.
Il team Italia tornerà in campo domani, 4 gennaio, e farebbe bene, quindi, a sfruttare il tempo a propria disposizione per ragionare sul da farsi. Per fare qualche esperimento, magari, non fosse altro per capire quali dei tennisti in squadra si prestino meglio alle dinamiche del doppio.
Capitan Berrettini, dal canto suo, si è detto ottimista su questo fronte: «È difficile immaginare – questo il suo commento – che si possano giocare tanti doppi in stagione con gli altri singolaristi, vista la programmazione diversa e le giuste ambizioni personali. Ma sono convinto – ha concluso – che quando saremo tutti in forma, anche senza grande esperienza saremo competitivi».