Sinner è stato avvistato in un luogo “sospetto” nei giorni immediatamente successivi alle Atp Finals: cosa stava combinando?
È successo tutto alla velocità della luce. Un attimo prima era “solo” una riserva, quello dopo era in campo a domare Hubert Hurkacz con la consapevolezza e la determinazione che appartengono solo ai veri campioni. Jannik Sinner non ha praticamente neanche avuto il tempo di metabolizzare cosa stesse accadendo.
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Ciò nonostante, alle Nitto Atp Finals 2021 di Torino ha superato le aspettative. Ha addirittura sfiorato una seconda vittoria, mettendo in crisi Daniil Medvedev dopo un primo set in cui era parso sperduto. Invece s’è rialzato subito, il ragazzo di San Candido, regalando al pubblico un match davvero indimenticabile.
Domani sarà tempo, per lui, di debuttare in un’altra competizione: la Coppa Davis. Prima di questo nuovo impegno sportivo, però, com’è giusto che fosse, ha voluto concedersi un po’ di meritatissimo relax. E lo ha fatto tornando nel luogo che gli è più congeniale: tra i monti, laddove è nato e cresciuto.
Quel Sinner adolescente che giocava a pallone
Quello che non tutti sanno è che Jannik Sinner non ha sempre voluto fare il tennista. Prima di decidere di immolare la sua vita alla racchetta, ha tentato altre strade: lo sci, tanto per cominciare, ma anche il pallone. Sì, proprio così: l’atleta altoatesino, da adolescente, ha giocato anche a calcio, a riprova del fatto che lo sport ce l’ha proprio nel sangue.
Era stato assoldato tra le fila dell’AFC Sexten ed è stato proprio lì, in preda forse alla voglia di fare un tuffo nel passato, che è tornato per rifiatare un po’ tra le Finals e la Coppa Davis. È stato avvistato, come racconta Libero, mentre si godeva la partita della sua ex squadra e mentre, al termine del match, si è recato negli spogliatoi a salutare i suoi ex compagni.
Cosa che, ovviamente, ha fatto loro molto piacere. “Si parla molto di lui qui – ha dichiarato al Corriere del Veneto il presidente del Sexten, Wolfram Egarter – siamo molto orgogliosi di ciò che sta facendo perché quando torna è sempre la stessa persona”. Malgrado i successi, malgrado ora sia un maestro a tutti gli effetti, Jannik è ancora, quindi, lo stesso ragazzo cresciuto tra i monti e diventato, oggi, un campione.