Alcaraz si lascia sfuggire una dichiarazione su Nadal. Ecco cosa ha detto il giovanissimo tennista che sta facendo faville agli Us Open.
Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo dire a gran voce che Carlos Alcarez è destinato a diventare uno dei grandi del tennis internazionale. La vera rivelazione degli Us Open è lui. Era dal 1963 che sul campo newyorkese non si vedeva un atleta così giovane: ha 18 anni soltanto, ma una grinta che i veterani se la sognano.
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Viene da Murcia, questo piccolo fenomeno, e ha già fatto mangiare la polvere ad avversari che, sulla carta, avrebbero dovuto essere piuttosto ostici, come il tedesco Gojowczyk. Battendolo, Alcaraz ha conquistato un primato: è diventato il più giovane qualificato ai quarti dello Slam americano.
Guai a metterlo a paragone con il tennista che viene dal suo stesso Paese, però. Se c’è una cosa che dà fastidio, a lui e al suo team, come ha svelato il suo coach Ferrero alla Gazzetta dello Sport, è che lo si reputi l’erede di Rafael Nadal. È sì precoce e fisicamente prestante come lui, è vero, ma questo parallelismo non sembra garbargli più di tanto.
Alcaraz? Guai a paragonarlo a Nadal
Come stile, ammette Carlito, si riconosce più in Federer: “Cerco di essere aggressivo su tutti i colpi come lui”, ha riferito alla Gazzetta. Lui non vuole essere né Nadal, né Federer e né nessun altro. Vuole essere Alcaraz e basta, dice. “È un giocatore a cui piace mettere pressione su tutte le palle”, racconta il coach. “Impara molto rapidamente – ha aggiunto – da una settimana all’altra può cambiare di molto il suo approccio verso partite e avversari, aumentando costantemente la propria competitività. Lui è anche capace di gestire molto bene la pressione, che in tutto questo percorso è la parte meno divertente”.
Ad attendere Carlos Alcaraz, ora, c’è il canadese Auger-Aliassime. Poco importa come andrà, perché le gesta di cui si è reso protagonista finora lo hanno già automaticamente candidato al titolo di stella nascente del tennis internazionale. Indipendentemente dal risultato agli Us Open, sarà certamente protagonista delle prossime decadi di questo sport.
Piace il suo gioco ma anche il suo atteggiamento. In campo si batte come fosse un gladiatore, mentre all’esterno, così dicono di lui, è il classico ragazzo della porta accanto, socievole e garbato. Anche i suoi colleghi pensano che sia destinato a grandi cose, tant’è che Tsitsipas ha detto di lui “Non ho mai visto nessuno tirare così forte a quell’età, e con quel carattere”. Esattamente quel che serve per andare lontano.