Djokovic, a New York tutti gli occhi saranno puntati sul campione serbo. Che potrebbe entrare in un club speciale, di cui fanno parte solo due uomini.
È un club ristrettissimo, quello di cui Novak Djokovic sogna di entrare a far parte dal prossimo 12 settembre. Composto da due soli uomini: si chiamano Don Budge, passato ormai da tempo a miglior vita, e Rod Laver. Sono gli unici ad aver compiuto la straordinaria impresa di vincere i quattro tornei più importanti nello stesso anno solare: il leggendario Grande Slam. Due parole che solo a pronunciarle trasudano epicità. Perché nessuno, dopo di loro, c’è mai più riuscito. Nemmeno i più grandi di sempre: da Borg a Nadal, passando per altri mostri sacri della storia del tennis come McEnroe, Agassi, Sampras, Federer.
Nole, invece, nei prossimi giorni potrebbe eguagliare questo record trionfando agli US Open. Che sarebbe il suo quarto Slam del 2021 dopo aver conquistato Australian Open, Roland Garros e Wimbledon. Avrebbe potuto colorare d’oro questo sogno, facendo sue anche le Olimpiadi di Tokyo. Ma ha forse chiesto troppo al suo fisico e in Giappone, nel merse scorso, il campione serbo si è fermato clamorosamente in semifinale, arrendendosi ad Alexander Zverev. Il tedesco, ovviamente, sarà il suo rivale numero uno anche a New York, in assenza degli altri due big three.
Djokovic, ecco cosa chiederà alla leggenda Rod Laver
Nella Grande Mela la pressione sarà gigantesca sulle spalle di Djokovic. Dal successo ai Championship contro il nostro Berrettini effettivamente non si parla d’altro. E la domanda sul Grande Slam, durante le conferenze stampa, è diventata inaggirabile, anche se lui cerca sempre di mantenere un profilo basso.
“So di avere una grande opportunità qui a New York – queste le sue parole riportate nell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport – Le motivazioni non mancano, ma devo pensare ad un punto per volta. Sento che intorno a me ci sono tante aspettative. Non so se in futuro avrò un’altra possibilità di riuscire in quest’impresa, ma non voglio mettermi ulteriore pressione addosso. Malgrado la pressione sia un privilegio”.
Djokovic, intanto, avrà probabilmente un tifoso in più. Negli ultimi giorni del torneo – ammesso che ci arrivi – il serbo potrebbe giocare sotto l’attento sguardo di Rod Laver, oggi ultraottantenne, invitato appositamente per l’occasione dagli organizzatori.
Nole l’ha incontrato più volte, a Melbourne. E non esclude di contattarlo telefonicamente durante il torneo per farsi dare qualche prezioso consiglio: “È uno dei grandi del nostro sport – ha detto – Lo rispetto e lo ammiro. Spero possa dirmi qualcosa che mi sia di aiuto, magari su come gestire la pressione”.