Doping, gli inglesi puntano il dito contro Marcell Jacobs. Ecco cosa viene contestato al velocista e perché questa polemica “puzza” di invidia.
Prima è toccato ai Maneskin, finiti nel mirino dei francesi. Poi alla Nazionale italiana e, infine, a Marcell Jacobs, contro i quali hanno invece puntato il dito gli inglesi, che fanno evidentemente fatica a digerire il fatto che l’Italia stia collezionando così tanti titoli, successi e medaglie. E se già nei mesi scorsi avevano alimentato sterili polemiche, poi ovviamente cadute nel vuoto, quello che sta succedendo nelle ultime ore ha dell’incredibile.
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Era trascorsa appena qualche ora, da quando il velocista e lunghista italiano era salito in cima al podio dei 100 metri a Tokyo 2020, che già qualcuno era pronto a storcere il naso. Ad aver alzato un nuovo polverone in merito alla vittoria di Jacobs è stato, stavolta, il giornalista britannico Matt Lawton, firma di punta del Times e del Dailymail.
Si dice poco convinto, il cronista, di quanto accaduto in Giappone. E lo ha detto chiaramente, senza giri di parole, con un post pubblicato su Twitter, che ha scatenato innumerevoli reazioni sui social network. “Il nuovo campione olimpico dei 100m – ha scritto Lawton – Marcell Jacobs, è sceso sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso in 9.84 la semifinale e 9.80 la finale. Ah, bene…”
Quello che sta cercando di dire è evidente. Si tratta di una velata, ma non troppo, accusa di doping. Dal suo post si evince chiaramente che non crede nella “purezza” della gara disputata da Jacobs. Proprio come, appena un mese fa, i britannici avevano messo in dubbio la legittimità della vittoria degli azzurri all’Europeo.
Bruciava così tanto, quella sconfitta, che i tifosi inglesi si erano addirittura prodigati per organizzare una raccolta firme e chiedere che la finale venisse rigiocata. Che il post del giornalista Matt Lawton sia frutto di un’invidia rimasta latente dalla sera dell’11 luglio? Probabile.
Poco sportivi si erano rivelati, in occasione dell’Eurovision, anche i “cugini” d’Oltralpe. Anche i francesi, così come successivamente gli inglesi, avevano rosicato, e non poco, nel momento in cui i Maneskin erano stati proclamati vincitori. Pure allora era esplosa una polemica basata sulla presunta – e poi ovviamente smentita – assunzione di droghe da parte di Damiano & Co.
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