Super League, un comunicato congiunto inasprisce il dibattito. Ecco cosa scrivono le istituzioni del calcio europeo e perché.
Da una parte ci sono i club scissionisti. Dall’altra c’è la Uefa. In mezzo, invece, c’è un progetto ambizioso che ha messo zizzania ancor prima di vedere la luce. L’organo di governo del calcio europeo non vuol neanche sentirla nominare, la Super League. E non le sta certo mandando a dire alle società che intendono farne parte, anzi.
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Le istituzioni del calcio, ossia Uefa, Federcalcio inglese, Premier League, Federcalcio spagnola e Liga, Federcalcio italiana e Lega Serie A hanno divulgato in queste ore un comunicato, congiunto e durissimo, che mette letteralmente al bando i club che stanno lavorando al progetto. Tra i quali compaiono, come ormai noto, anche Milan, Juventus ed Inter. In queste righe annunciano l’intenzione di fare ricorso ad «ogni misura di tutela giudiziaria per difendere il principio delle competizioni aperte e basate sul merito sportivo».
Appaiono spazientite, Uefa, Fifa ed Eca. E lo dimostra il fatto che in chiusura invitino espressamente l’Unione Europea a dire la sua sulla Superlega che si sta tentando di costituire. Sembra non esserci troppo spazio di manovra, insomma, per le 3 squadre intenzionate a partecipare al campionato internazionale. Quel «quando è troppo è troppo», in calce al comunicato, è tanto minaccioso quanto esaustivo.
Per come stanno le cose al momento, peraltro, non è da escludersi che la vicenda possa far esplodere una causa con i fiocchi. Si parla, addirittura, di qualcosa come 50-60 miliardi di euro di danni. Quel che è certo è che sarà una battaglia lunga e che nessuna della parti, ora come ora, sembra intenzionata ad arretrare d’un solo passo.
Tra ricorsi e battaglie legali, va delineandosi giorno dopo giorno una stagione alquanto movimentata. E poco importa se dietro la Super League, a detta dei club che ne appoggiano il progetto, vi sia un intento “nobile”. Quello, cioè, di dare al calcio «basi sostenibili per il futuro» e di regalare «a tifosi e giocatori dilettanti un sogno e partite di massima qualità per alimentare la passione per il calcio».
I club scissionisti non vogliono lasciare il campionato. Ma è lecito domandarsi, nel caso le cose dovessero degenerare e questo moto di ribellione dovesse “costare” loro l’esclusione dal campionato nostrano, cosa ne sarebbe della Serie A. Quanto varrebbe senza Milan, Inter e Juventus? Di sicuro, secondo quanto riportato da “La Repubblica”, Atalanta, Verona e Cagliari hanno già chiesto alla Lega di Serie A l’esclusione di queste tre squadre. La guerra è appena iniziata.
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