Torna l’ora legale nella notte compresa tra sabato 27 e domenica 28 marzo. Potrebbe essere l’ultima volta che spostiamo le lancette.
C’è qualcosa di poetico, nell’atto di spostare le lancette dell’orologio. In quell’ora che viviamo due volte in autunno e in quei 60 minuti che invece volano via, senza che nessuno se li sia goduti, in primavera. Ed è una tradizione che piace così tanto, alle nostre latitudini, che l’Italia fa orecchie da mercante ogni volta che si parla di abolire l’ora legale.
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Era il 2018, quando l’Europa ha chiesto agli Stati membri che l’orario venisse uniformato a livello comunitario. Alcuni Paesi hanno deciso di farlo e si adegueranno al divieto di spostare le lancette a partire da adesso. Nei territori di loro competenza, quindi, l’ora legale entrerà in vigore per l’ultima volta nella storia.
Se Germania, Francia, Svezia, Finlandia, Estonia e Lituania hanno accolto con grande entusiasmo l’ipotesi di un orario unico che valga dal primo all’ultimo giorno dell’anno, il Bel Paese sembra essere ancora in tal senso reticente. Tanto che, di recente, il governo aveva chiesto a Bruxelles di poter mantenere il doppio orario.
Perché l’Italia non vuole abolire l’ora legale
Ad oggi non sappiamo, quindi, se questa sia l’ultima volta anche per noi o se, invece, la “tradizione” sia destinata a rimanere immutata. L’unica cosa certa, al momento, è che nella notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo dormiremo un’ora in meno per godere, l’indomani, di 60 minuti di luce in più.
Ma come mai questi Paesi si sono detti d’accordo con la proposta dell’Europa, a differenza dell’Italia? La ragione è da ricercarsi nella loro collocazione geografica. I Paesi del Nord Europa che abbiamo nominato sono più vicini al Polo Nord di quanto non lo sia il Bel Paese, ragion per cui godono già di per sé di un maggior numero di ore di luce naturale. Cosa che, come ben sappiamo, sul piano pratico si traduce in un risparmio energetico considerevole.
Il guadagno, in termini di luce naturale, sarebbe invece praticamente irrilevante per l’Italia. Da qui, allora, la richiesta del governo di lasciare le cose così come stanno. La richiesta dell’Europa, ad ogni modo, non è finalizzata solo a ridurre il consumo elettrico. Il cambio d’ora è anche causa di stress psicofisico, soprattutto quando da quella legale si passa all’ora solare. Per affrontare queste transizioni, gli esperti raccomandano di consumare pasti leggeri e di non restare svegli fino a tardi, quanto meno nei giorni immediatamente successivi allo spostamento delle lancette.