Cashback, il sottosegretario al ministro dell’Economia vuole cancellarlo. Ecco come sarebbero impiegati i fondi destinati ai rimborsi.
Contrastare l’evasione fiscale e incentivare l’uso dei sistemi di pagamento elettronici, evidentemente, non è una priorità per il governo Draghi. Lo dimostra il fatto che il sottosegretario al ministero dell’Economia, Claudio Durigon, abbia proposto qualche ora fa di cancellare una delle iniziative più apprezzate dell’ex premier Conte.
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Stiamo parlando del Cashback di Stato, il programma di rimborsi che, dal dicembre scorso, restituisce il 10% dell’importo speso a tutti gli italiani che pagano i propri acquisti fisici con carta di debito o di credito. Il governo ha già provveduto ad accreditare la prima tranche, tra l’altro, sugli Iban forniti in fase di registrazione alla fine del mese di febbraio.
Le cose sembrano mettersi male, tuttavia, per l’iniziativa che era stata varata dall’esecutivo Conte. Nel caso la proposta di Durigon venisse accolta da Draghi, il Cashback cesserebbe di esistere e nessuno più avrebbe un valido motivo per pagare i propri acquisti con la moneta elettronica.
Cashback, che fine faranno i nostri rimborsi
L’idea del sottosegretario al ministero dell’Economia è sostanzialmente quella di utilizzare i fondi destinati al programma di rimborsi in un’altra maniera. Destinandoli, vale a dire, al decreto Sostegni e a tutte quelle misure di sostentamento volte a supportare le attività penalizzate dalle misure di contenimento del Covid-19.
Questo significa che perderemo il cashback finora accumulato? No, per fortuna. Durigon ipotizza di stopparlo da luglio in poi, quando il portafogli virtuale degli utenti si resetterà e l’iniziativa entrerà nella terza fase. Ci sarebbe un’altra ragione, ad ogni modo, il virtù della quale secondo molti sarebbe meglio farla finita con i rimborsi.
Il riferimento, stavolta, è ai cosiddetti furbetti del Cashback, a quegli utenti che sarebbero disposti a tutto pur di riscuotere il maxipremio finale destinato agli italiani che effettueranno il maggior numero di pagamenti con carta e bancomat. Perfino pagare 5 euro di carburante in 62 “comodissime” microtransazioni da pochi centesimi l’una. Per sapere cosa ne sarà dei nostri rimborsi, tuttavia, bisogna attendere l’imminente Consiglio dei ministri. In quell’occasione, si discuterà il tema dei sostegni destinati alle attività e ai lavoratori.