Superenalotto, gratta e vinci e slot machines: non sempre le vincite milionarie portano solo gioie, ma anche guai. Queste storie incredibili lo testimoniano.
Non basterebbe certo un foglio formato A4, per scrivere tutto quello che ci si potrebbe fare col ricchissimo montepremi oggi in palio al gioco del Superenalotto. Perché, diciamoci la verità: a meno che non si decida di investirli in immobili e in azioni è un pelino complicato spenderli così, sull’unghia, senza un minimo di programmazione, 112 milioni di euro.
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Qualcuno ci viaggerebbe per il resto dei suoi giorni. E questa è, ragionevolmente, una delle ipotesi da sempre più gettonate tra gli aspiranti milionari. Qualcun altro li userebbe per comprare automobili ruggenti e residenze di lusso ai quattro angoli del globo. Altri, ancora, li darebbero in beneficenza. E qualcuno, infine, li restituirebbe.
No, non stiamo dando di matto. Quello che abbiamo appena scritto è verissimo. Ci sono frotte e frotte di neo ricconi che tornerebbero volentieri indietro, se il passato si potesse riscrivere. Perché si sono accorti, una volta intascate le loro belle vincite milionarie, che troppo denaro porta anche guai e non solo, come si pensa, benessere e benefici. Oltre, chissà poi perché, ad attirare la sfiga come fosse un potentissimo magnete. Se tutto quello che stiamo dicendo vi sembra illogico, sappiate che non lo è. E le storie che stiamo per raccontarvi, lo dimostrano in maniera inequivocabile.
Superenalotto, se il jackpot porta gioie e anche guai
Qualche anno fa, ad esempio, un gruppo di 30 persone, tra artigiani ed operai, ha vinto 33 milioni di euro. Poco dopo, ognuno di essi è stato costretto a versare un pizzo di 40mila euro alla camorra, con tutta la paura che naturalmente ne è scaturita. Un altro uomo di 74 anni, invece, aveva appena riscosso il milione “racchiuso” nel suo gratta e vinci quando un infarto lo ha stroncato sul colpo.
Per non parlare di Louise Chavez, di Denver, che qualche tempo fa ha vinto poco più di 42 milioni di dollari alle slot machine. Si è goduta una notte di bagordi e di lusso sfrenato in hotel per poi scoprire che non un centesimo sarebbe mai arrivato nelle sue tasche. La macchinetta era rotta e la sua vincita non fu mai convalidata. Come non citare, ancora, la storia dell’operaio di Eraclea che aveva azzeccato la sestina vincente al Superenalotto e che attendeva con ansia di riscuotere i suoi 37 milioni di euro? Non sapeva ancora che il tabaccaio aveva dimenticato di giocare quella schedina…
Non si contano sulle dita di una mano, poi, i casi in cui le vincite sono state sperperate in modo ignobile, nel giro di poche ore. E neanche quelli in cui, invece, il denaro ha messo zizzania tra moglie e marito. Come accadde nell’Ontario, 30 anni fa, quando il marito di Ibi Roncaioli scoprì che la sua sposa aveva dato tutto il denaro vinto a un figlio del quale lui ignorava l’esistenza. Sapete come andò a finire? Lui la avvelenò con degli analgesici, venne arrestato per omicidio e pretese una parte dei soldi vinti dalla moglie per poterle pagare il funerale.