WhatsApp congela l’aggiornamento sulla privacy per dare la possibilità agli utenti di studiare e di capire meglio cosa comporti. Ecco la nuova data di rilascio.
Alla fine, la società di Menlo Park ha ceduto alle “pressioni”. L’aggiornamento di WhatsApp non entrerà in vigore dal prossimo 18 febbraio, come inizialmente annunciato. È bensì stato saggiamente deciso, alla luce dei fin troppi utenti persi nel giro di pochissimi giorni, di posticiparlo nell’interesse della piattaforma.
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Nel giro di tre giorni soltanto, venticinque milioni di utenti hanno dato il ben servito all’app di messaggistica istantanea, di proprietà di Zuckerberg, per installare Telegram sui propri device. Ha registrato un record inatteso anche la nuovissima Signal, che è volata a quota 50 milioni di download.
All’improvvisa fuga degli utenti, terrorizzati dai potenziali rischi per la loro privacy, ha fatto poi seguito una notizia sbalorditiva. Il Garante italiano della privacy, nelle ultime ore, ha infatti annunciato l’avvio delle indagini sulle nuove norme imposte da WhatsApp, infischiandosene delle rassicurazioni provenienti dalla società con sede in California.
WhatsApp, ecco quando entrerà in vigore la nuova policy
L’aggiornamento che renderà esecutive le nuove norme sulla privacy e sul trattamento dei dati personali non è più previsto, quindi, per il 18 febbraio. Slitterà bensì, così come comunicato dai piani alti di Menlo Park, al prossimo 15 maggio. L’appuntamento, non troppo atteso per la verità, è stato posticipato di 3 mesi per due ragioni piuttosto evidenti.
Per frenare la fuga degli utenti e per salvare l’app, innanzitutto, ma anche per dare la possibilità a chi usa WhatsApp con una certa regolarità di studiare meglio la nuova policy. Ed eventualmente di trarre, ma solo ad approfondimento ultimato, le proprie conclusioni in merito.
La pioggia di critiche che sono piovute addosso a WhatsApp, insomma, parrebbe essere stata provvidenziale. E chissà che la società stessa non ci ripensi e non decida di fare retromarcia, a questo punto, conscia com’è, dopo il polverone sollevato, che i propri utenti non abbiano la benché minima intenzione di rinunciare alla propria privacy solo per chattare con amici e parenti.