A partire da domani alcune squadre di Serie A torneranno ad allenarsi nei rispettivi centri sportivi. Allenamenti che sarà possibile effettuare solo individualmente e mantenendo sempre la distanza di sicurezza tra un calciatore e l’altro. Tutti i calciatori potranno però tornare ad allenarsi in modo rigoroso, guidati (non sul campo, ma con esercizi consegnati prima di ogni sessione) dagli staff tecnici: un conto è farlo in un centro sportivo, un altro in un parco all’aperto.
La prima Regione a dare il via libera è stata l’Emilia Romagna e la prima squadra ad annunciare ufficialmente la ripresa degli allenamenti è stata il Sassuolo. Seguita da Parma e Bologna. Più cauta la Spal: «L’attività rimarrà sospesa in attesa del protocollo sanitario e delle norme sulla definizione di ripresa delle competizioni sportive». Poi c’è stata l’apertura di Campania e Sardegna: anche Napoli e Cagliari potranno tornare a calcare l’erba dei campi di allenamento.
Ieri sera è arrivato l’annuncio del Lazio, però a partire dal 6 maggio, con due giorni di ritardo rispetto alle altre Regioni. Una bella notizia per Roma e Lazio.
Leggi anche: I migliori film gratis da vedere in streaming su Rai Play
Serie A, le squadre ancora ferme protestano
Il problema ora è per le squadre ancora costrette a restare ferme. Si potrebbe infatti creare una disparità di trattamento se i calciatori di determinate squadre riprenderanno gli allenamenti con una o due settimane di anticipo rispetto alle altre. Serve a questo punto l’intervento del Governo e un parere definitivo del Comitato tecnico-scientifico.
Sarebbe a questo punto opportuna un’apertura per tutte le squadre, con delle specifiche linee guida da seguire nel corso degli allenamenti. Oltre ad evitare assembramenti, i singoli calciatori dovranno arrivare al campo sportivo già in divisa e fare la doccia a casa, evitando l’uso di spogliatoi comuni. E per il momento niente pallone. Sono attese novità a breve: Juventus, Inter e Milan non vorranno di certo restare a guardare le altre a lungo.