Lo scenario attuale per la Serie A non è dei migliori. A volere essere realisti, le possibilità di concludere regolarmente il campionato appaiono molto basse. Solo se la curva dei contagi e il numero di decessi giornalieri continuerà a scendere (ma con l’inizio della Fase 2 la tendenza sarà un punto interrogativo) sarà possibile ripartire. Per giocare tutte le restanti giornate di campionato fino alla scadenza indicata dall’Uefa del 2 agosto servirebbe ricominciare a metà giugno. Una data realisticamente difficile, e così con un po’ di lungimiranza in più i club di Serie A dovrebbero iniziare a un piano B, quello di playoff e playout. Trovando un accordo sul format: l’Uefa ha dato disponibilità a cambiarlo. Basterà fare comunicazione entro la scadenza del 25 maggio.
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Serie A, se non si riparte blocco delle retrocessioni?
Se non sarà possibile ripartire, secondo quanto scrive la Gazzetta dello Sport ci sarebbero due opzioni. Quasi sicuro sarebbe il congelamento dell’attuale classifica. Lo Scudetto non verrebbe assegnato, in Champions League andrebbero Juventus, Lazio, Inter e Atalanta. In Europa League Roma, Napoli e una tra Verona e Milan. Due possibilità per le retrocessioni. O il congelamento con l’ammissione di due promosse dalla B e il passaggio a 22 squadre. Oppure retrocessione di Brescia e Spal e promozione delle prime due in classifica in Serie B (Benevento e Crotone).
Lo stop definitivo sarebbe naturalmente un grave danno per la Serie A. Secondo La Repubblica dieci club sarebbero a rischio fallimento per i mancati introiti degli abbonamenti per la prossima stagione (difficilmente prima del 2021 sarà possibile tornare allo stadio per i tifosi). Oltre al possibile taglio degli introiti tv. “Il Covid finirà per far sparire quelle squadre medio piccole che vivono sopra le proprie possibilità” avrebbe detto il presidente del Napoli De Laurentiis nell’ultima assemblea di Lega.