Serie A e Coppa Italia: le ipotesi sulla ripartenza

Il calcio italiano si sta preparando alla ripartenza. Dal prossimo 4 maggio, come confermato ieri dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, gli atleti potranno tornare a sostenere allenamenti individuali. Soltanto due settimane più tardi, invece, sarà possibile tornare a lavorare in gruppo.

Considerando che i calciatori sono reduci da una lunga sosta e avranno bisogno di effettuare un’accurata preparazione atletica, è ipotizzabile che le prime partite ufficiali vengano disputate il 10 o il 14 giugno.

Alcuni atleti, peraltro, hanno contratto il coronavirus: per loro, dunque, sarà necessario prevedere test medici particolarmente lunghi e minuziosi.

Il campionato di Serie A dovrebbe essere completato prima della ripresa di Champions ed Europa League, prevista per il prossimo mese di agosto. Appare ormai quasi certo, infatti, che i tornei nazionali avranno la precedenza rispetto alle competizioni europee. Questo discorso vale naturalmente per le nazioni nelle quali sarà possibile tornare a giocare in tempi relativamente brevi. Per esempio, invece, il Governo olandese ha deciso di continuare a vietare per molto tempo lo svolgimento di manifestazioni sportive, anche a porte chiuse, perciò l’Eredivisie 2019-2020 è stata ormai dichiarata conclusa.

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Serie A, la scadenza per ripartire

Tornando all’Italia, siamo pronti a una vera e propria full immersion. Per portare a termine tutti gli impegni, infatti, ci sarà bisogno di un autentico tour de force. Si scenderà in campo ogni tre giorni, ma l’organizzazione del calendario non è ancora stata definita in modo chiaro. L’idea originaria era quella di ripartire con le semifinali di ritorno di Coppa Italia e di far ricominciare solo successivamente il massimo campionato. Un ordine differente, però, non può essere escluso.

Le ipotesi sopra riportate saranno ovviamente attuabili a condizione che la situazione sanitaria continui a migliorare. Se la curva dei contagi salisse nuovamente, una ripresa dell’attività agonistica entro la metà di giugno diventerebbe inattuabile. A quel punto, i playoff rappresenterebbero l’unica soluzione per la Serie A, mentre la Coppa Italia rischierebbe di non essere assegnata.

Un’ulteriore questione riguarda le zone del nostro Paese che sono state maggiormente colpite dal virus. Si tratterà di capire se quelle aree potranno ospitare le partite. Anche in questo caso, tutto dipenderà dall’evoluzione dell’emergenza.

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